di Annarita D’Agostino

Non solo ‘Sud contro Nord’, ma anche ‘Isole contro Continente’: nuove fratture sociali ed economiche affiancano quelle oramai tradizionali nel 29simo Rapporto Italia illustrato oggi dall’Eurispes a Palermo.
Come ha spiegato il presidente dell’ente di ricerca, Gian Maria Fara, sui principali parametri osservati, occupazione, crisi dei ceti medi e sanità, “le Isole mostrano una sofferenza nuova e forte, e inizia ad esserci un divario oltre che tra Nord e Sud anche tra Sud continentale e Isole”.
In Sicilia e in Sardegna oltre cinque famiglie su dieci, pari al 54%, hanno subito una forte diminuzione del proprio potere d’acquisto nell’ultimo anno. E nel Mezzogiorno si concentra il numero più elevato di cittadini costretti ad utilizzare i propri risparmi per arrivare a fine mese (59,6% in tutto il Sud, 44,9% nelle Isole). Sempre in Sicilia e in Sardegna quattro persone su dieci non riescono a sostenere il costo delle spese mediche né a saldare le rate del mutuo per la propria casa. Il 33,6% di chi vive al Sud e il 19,7% nelle Isole si sente povero e dichiara di conoscere familiari o amici che vivono in una condizione di indigenza: rispettivamente al Sud e nelle Isole il 37% e il 26,7% degli intervistati affermano di conoscere molte persone povere; circa la metà degli abitanti delle Isole conoscono persone che devono rivolgersi alla Caritas per vitto, alloggio, cure mediche e spese scolastiche per i figli.
Otto persone su dieci indicano la perdita del posto di lavoro come causa di questo impoverimento. A completare il quadro di disagio e di emarginazione delle comunità meridionali le dichiarazioni sulle ‘strategie anti-crisi’: il 31,5% al Sud e il 26% nelle Isole ha chiesto aiuto e sostegno alle famiglie di origine, l’11,1% nel Mezzogiorno e il 14,2% in Sicilia e Sardegna è dovuto tornare a vivere con i propri genitori o con i suoceri. La famiglia resta il principale ammortizzatore sociale, anche se le risorse a disposizione sempre più scarse aprono nuove strade alla precarietà sociale: il 25,5% di chi vive nelle regioni del Sud e il 12,6% di quanti abitano in Sicilia o Sardegna riferiscono di conoscere persone che sono state costrette a rivolgersi ad un usuraio.
Anche sul piano dell’assistenza sanitaria, l’Italia è divisa in tre: al Nord, nonostante alcuni casi problematici, prevale un servizio accettabile, il Centro si colloca in una posizione intermedia, nel Mezzogiorno i disagi sono la quotidianità. Se al Nord-Ovest il 49,8% degli intervistati ha affrontato lunghe attese per visite ed esami, si arriva a quota 93,2% al Sud e 90% nelle Isole. Le condizioni in cui versano le strutture sanitarie sono ‘fatiscenti’ per il 60% dei meridionali intervistati e il 69,3% degli isolani, contro il 18% al Nord-Ovest, il 34,5% al Nord-Est, il 46,6% al Centro. Insoddisfacente nel Meridione anche la qualità dei servizi sanitari.
Lo studio Eurispes delinea un Paese frammentato a livello socio-economico, che rende “ostili e distanti” tra loro le aree geografiche e le fasce generazionali, producendo profonde divisioni interne. Secondo il presidente Fara, “emerge l’immagine di un Paese che sembra non voler esercitare nessuno sforzo in direzione del cambiamento”. Ma, nonostante il quadro drammatico, “esistono più ‘Italie’: una che produce ritardi, lentezze e che non si innova e un’altra che invece traina l’economia, la produzione, i servizi, con fiducia nel futuro e senso del dovere. Ad un’ Italia chiusa in se stessa se ne contrappone una che resiste e che si impegna: l’Italia dell’accoglienza e del sistema istituzionale, degli imprenditori coraggiosi, l’Italia dell’accoglienza e della solidarietà verso i più deboli”. Ancora, “anche se il Sud e le Isole non rappresentano un contesto omogeneo e ci sono punti di forza e di fragilità – ha proseguito Fara – il Mezzogiorno riesce a esprimere numerose eccellenze e indicare buone prospettive”. Sono queste eccellenze che la classe politica dovrebbe saper valorizzare, recuperando il ruolo di “programmatore e regolatore dello sviluppo” proprio dello Stato, per “trasformare la potenza in energia, e questo vale per il Mezzogiorno intero”.