C.P.

Un futuro “economico e politico” ancora incerto per l’Italia. Standard & Poor’s bacchetta nuovamente il nostro Paese e, sebbene i giudizi delle agenzie di rating ‘vanno presi con le pinze’ vista la loro dubbia imparzialità, non possiamo non ammettere che la crescita del nostro Paese va davvero a rilento. Proprio oggi l’Istat certifica un crescita del tutto debole nel primo trimestre del 2017, con aumento del Pil pari allo 0,2 per cento rispetto al precedente e dello 0,8 per cento nei confronti del primo trimestre del 2016.
Per non parlare del confronto con l’Europa che mette in ulteriore evidenza la debolezza del dato italiano.
Dati alla mano, nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% in Germania, dello 0,3% in Francia e nel Regno Unito e dello 0,2% negli Stati Uniti. In termini tendenziali, si e’ registrato un aumento del 2,1% nel Regno Unito, dell’1,9% negli Stati Uniti, dell’1,7% in Germania e dello 0,8% in Francia. La variazione acquisita per il 2017 è pari a +0,6%. Al di fuori della Ue, gli Usa sono cresciuti allo stesso passo congiunturale dell’Italia: +0,2 per cento (ma +1,9% tendenziale).
Ancora una volta, dunque siamo il fanalino di coda dell’Europa e, se vogliamo credere a ciò che dice Standard & Poor’s, molto dipende dai “problemi delle banche italiane che rappresentano un rischio sulle nostre previsioni, dato il potenziale inasprimento delle condizioni creditizie. Gli elevati livelli di crediti deteriorati devono essere affrontati e qualunque futura tensione di mercato sul settore bancario potrebbe ripercuotersi sull’economia”. Inoltre, S&P avverte che l’Italia è “particolarmente sensibile agli shock da tassi di interesse, dato il suo elevato debito pubblico e il basso slancio di crescita. In più – si legge – persiste l’incertezza politica”, legata alle prossime elezioni. Un giudizio che, secondo Francesco Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, “dimostra quanto sia urgente da parte della politica riappropriarsi del suo ruolo e della sua supremazia sull’economia, ancora di più sulla finanza”.
Mentre da una parte la ripresa nell’Eurozona, secondo la società di rating, si sta dimostrando “molto solida”, l’Italia dovrebbe fermarsi con un Pil in rialzo dello 0,9% nell’anno in corso, con rischi considerevoli per le prospettive politiche e la possibilità di “un 2017 anno perduto sul fronte delle riforme”.