di Annarita D’Agostino

Sono attesi per giovedì o venerdì in Consiglio dei ministri i ‘famigerati’ decreti Madia che dovrebbero completare la riforma degli Statali avviata dal governo Renzi. Una volta ottenuto il via libera definitivo, non ci dovrebbero essere più alibi allo sblocco definitivo dei contratti del pubblico impiego, anche se le cifre circolate e il tempo trascorso rendono impossibile compensare gli ormai oltre 7 anni di vacanza contrattuale. E il condizionale resta comunque d’obbligo, dati i pregressi di rinvii e di rimpallo di responsabilità sul futuro dei dipendenti pubblici italiani.
Al nodo economico si aggiunge un tentativo di armonizzazione fra pubblico e privato privo di coerenza con i profili professionali coinvolti, senza tenere conto del fatto che per accedere al settore pubblico occorre superare per legge concorsi con esami scritti ed orali, strumento di garanzia e trasparenza che sarebbe assurdo bypassare.
Secondo le indiscrezioni diffuse dall’agenzia di stampa Ansa, sono pronti il Testo unico e il decreto sui criteri per la valutazione degli statali, ma potrebbe essere aggiunto il correttivo sulle partecipate, per il quale però non ci sono scadenze imminenti. Da convalidare un decreto bis anti-assenteismo. Cambiamento epocale anche per i controlli sulle assenze per malattia, che partiranno dall’Inps e non più dalle Asl, equiparando pubblico e privato: la delicatezza della modifica potrebbe rendere necessaria una ‘fase ponte’ dall’entrata in vigore dei decreti fino al prossimo settembre.
Dunque, tante novità ma anche tante incertezze pesano su una riforma che ha prodotto oltre 20 provvedimenti in tre anni, i cui effetti sono ancora tutti da verificare, così come la questione del rinnovo dei contratti, che rischia di naufragare senza l’ancora di risorse e strumenti adeguati.

Le principali misure del nuovo Statuto del pubblico impiego (Fonte Ansa):

STRETTA SU ASSENTEISMO, VISITE FISCALI A INPS. Saranno messi tetti ai fondi per premi laddove risultino tassi di assenteismo anomalo, concentrato a ridosso del fine settimana o in date da ‘bollino rosso’. Grazie a un sistema informatico gli accertamenti condotti dai medici Inps sulle malattie saranno mirati. Decreti attuativi garantiranno un’armonizzazione delle fasce orarie di reperibilità. Vista la portata delle novità e in attesa delle misure applicative ci sarà un periodo transitorio fino a settembre.

ASSUNZIONI PRECARI E NUOVO ITER LICENZIAMENTO. Cambiano le regole per entrare e uscire dagli uffici pubblici. Si passerà da un’impostazione rigida delle assunzioni a un modello che guarda alle esigenze concrete. Viene tracciata una road map per assorbire coloro che entro il 2018 abbiano maturato tre anni di servizio. Quanto al procedimento per il licenziamento, non potrà essere annullato per cavilli purché ad esempio, e questo dovrebbe essere una novità dell’ultima ora, lo sforamento dei tempi raddoppi la durata dell’azione (portandola a 180 giorni). Per gli statali resta salvo l’art.18 con un tetto di 24 mensilità per il risarcimento.

VOCE A CITTADINI SU PAGELLE, PIU’ FLESSIBILITA’ SU PREMI. Il giudizio dei cittadini conterà ai fini del ‘voto’. Le pagelle non saranno più vincolate alle ‘gabbie’ della legge Brunetta ma i contratti dovranno garantire una differenziazione: niente premi a pioggia. L’ultima stesura del provvedimento dovrebbe rendere più ‘morbida’ la ripartizione del salario accessorio e prevedere che il 50% vada a remunerare la produttività solo se ci sono abbastanza fondi, visto che con l’accessorio C’è da fare fronte anche alle identità di turno (si pensi agli ospedali). Per salvare i premi, porrebbe spuntare anche un ulteriore alleggerimento dei piani di rientro negli enti in rosso.