di Fiovo Bitti

Prima il lavoro e la crescita economica; a seguire la gestione dei flussi migratori e l’accoglienza dei migranti; ancora dopo la lotta alla fame nel mondo, alla povertà e all’esclusione sociale. È quanto emerge da un sondaggio su quali siano le tematiche più importanti per gli italiani da trattare al G7 di Taormina, presentato da Actionaid Italia, in occasione del convegno di lancio dell’Annuario della cooperazione allo sviluppo, prodotto dalla stessa Organizzazione non governativa.

Presentata l’indagine “L’Italia e il G7. Come essere protagonista del nuovo scenario globale” su quali siano le tematiche più importanti per gli italiani da trattare al G7 di Taormina, e l’Annuario della cooperazione allo sviluppo 2016-2017 “L’Italia e la lotta alla povertà nel mondo”

Actionaid Italia pone delle questioni centrali che vanno anche al di là dell’evento del 28 e 29 maggio, quando nella nota località siciliana si incontreranno per la prima volta tutti insieme i leader di sette delle dieci principali economie mondiale. L’Italia, non fosse altro che per ragioni geografiche, deve – dovrebbe – avere la forza e la capacità di riaffermare la propria leadership nel Mediterraneo, passando da una logica meramente emergenziale, ad un approccio più costruttivo, incentrato su concetti come sviluppo sostenibile, sicurezza alimentare, parità di genere. L’esperienza di questi anni dimostra, purtroppo, che caricare di troppa attesa un singolo evento, peraltro informale, si rischia di rimanere delusi. Ed allora, assume particolare rilievo l’azione dei soggetti di rappresentanza e degli organismi non governativi, i quali con il loro impegno quotidiano segnalano cosa andrebbe fatto, quale direzione si dovrebbe prendere, perché, come hanno fatto notare gli intervenuti al convegno, si tratta di un percorso lungo e non semplice, che richiede uno sforzo costante per migliorare la qualità delle azioni (positiva, in questo senso, l’attenzione che il segretario generale di Actionaid Italia, Marco De Ponte, dedica all’analisi contro-fattuale di ogni euro investito in interventi di cooperazione allo sviluppo) e la quantità delle risorse disponibili (l’Italia, nonostante qualche timido segnale, rimane pur sempre nelle ultime posizioni in rapporto al prodotto interno lordo).
Da ultimo, ma non per questo meno importante, una considerazione su un dato fornito da Nando Pagnoncelli, a margine del sondaggio su l’Italia e il G7: le polemiche circa un presunto ed oscuro ruolo delle organizzazioni non governative negli sbarchi di immigrati nel nostro Paese hanno prodotto un crollo di fiducia, tanto che tre italiani su quattro oggi ammettono di non credere nell’attività posta in essere dalle Ong. Sarebbe grave se per colpe personali, venisse inficiato il lavoro altamente meritevole di anni. Eliminando le Ong, non si risolve la questione immigrazione che rimane in piedi. Il nostro, purtroppo, è però anche il Paese in cui qualcuno ha pensato – e pensa – che togliendo di mezzo il sindacato si crea occupazione e ciò che è accaduto è sotto gli occhi di tutti.