di Claudia Tarantino

Due incidenti sul lavoro hanno segnato la giornata dell’8 maggio: un addetto alle pulizie in un’azienda della Brianza è morto schiacciato da un macchinario e un decoratore del Torinese ha perso la vita precipitando dal capannone che stava tinteggiando.
Ancora due nomi che vanno ad aggiungersi alla già lunga lista di decessi verificatisi nel corso dello svolgimento dell’attività lavorativa registrati nel 2017, e non siamo nemmeno arrivati alla metà dell’anno.
Un costo umano insopportabile che da un lato richiama la necessità di maggiore sicurezza e salubrità nei luoghi di lavoro e dall’altro dimostra quanto nel nostro Paese non si sia fatto ancora abbastanza per contrastare il fenomeno delle morti bianche.
Anche la pubblicazione di qualche giorno fa dei dati Inail sugli infortuni sul lavoro denunciati all’Istituto nei primi tre mesi dell’anno offre un ulteriore spunto di riflessione sul tema.
161.576 incidenti, di cui 190 mortali, con un aumento del 5,9% rispetto all’analogo periodo del 2016 (+9mila casi), per effetto dell’incremento degli infortuni in occasione di lavoro (+4,8%) e di quelli in itinere (+13,1%), ovvero nel tragitto tra la casa e il posto di lavoro.
Secondo l’Inail l’aumento registrato “è imputabile in buona parte al fatto che il primo trimestre 2017 presenta, rispetto ai primi tre mesi dell’anno precedente, due giorni lavorativi in più (da 62 a 64), determinanti per la presenza sul posto di lavoro, e quindi dal punto di vista dell’esposizione al rischio di infortunio, di molte categorie di lavoratori, soprattutto tra i dipendenti”.
In altre parole, all’aumento dell’occupazione e delle ore lavorare, corrisponde un incremento anche degli infortuni e delle malattie sul lavoro, a dimostrazione, quindi, che non sono stati fatti sufficienti investimenti in sicurezza, che l’attività di controllo non è stata adeguatamente rafforzata e che gli interventi di formazione dei lavoratori in materia di prevenzione sono ancora scarsi.
Per l’Ugl la sicurezza e la salubrità nei luoghi di lavoro sono “un valore irrinunciabile che, però, va perseguito ogni giorno”. Le morti bianche rappresentano, infatti, una vera e propria “emergenza sociale” che può essere contrastata attraverso “il lavoro unitario di sindacati, imprese, governo e istituzioni locali”.
Per l’Organizzazione occorre “intensificare i controlli, potenziare l’informazione e la formazione, promuovere il progressivo radicarsi di una cultura della sicurezza dentro e fuori i luoghi di lavoro