di Claudia Tarantino

Il prodotto alimentare italiano più apprezzato all’estero è il vino (5,6 miliardi nel 2016), seguito dalla frutta fresca e trasformata (4,6), dagli ortaggi freschi e trasformati (3,7), da animali, carni e salumi (3), latte e derivati (2,7), pasta (2,3) e olio d’oliva (1,2).
La fotografia delle esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy è stata realizzata dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero e presentata all’apertura di Tuttofood, alla Fiera di Milano.
Dopo il record di 38,4 miliardi di euro raggiunto nel 2016, quindi, l’export italiano nei primi mesi del 2017 ha registrato un balzo in avanti del 10%.
Il Made in Italy a tavola continua a crescere su tutti i principali mercati, dal Nordamerica all’Asia, fino all’Oceania, nonostante i due terzi delle esportazioni nel 2017 abbiano interessato soprattutto i Paesi dell’Unione Europea, con un mercato comunitario in crescita del 6%.
Coldiretti ha evidenziato un balzo del 59% in Russia, dove tuttavia i valori restano contenuti a causa dell’embargo che ha colpito gran parte dei prodotti alimentari, ad eccezione del vino e della pasta. Gli Usa, invece, sono il primo mercato non Ue (+11%), il terzo dopo Germania e Francia e prima della Gran Bretagna.
Queste percentuali sarebbero addirittura più alte se ci fossero misure più efficaci nei confronti della ‘agropirateria’ internazionale, che fattura oltre 60 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano l’Italia su prodotti taroccati che però non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.
Secondo Coldiretti, infatti, all’estero “sono falsi quasi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono i formaggi a denominazione di origine Dop a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, ma anche il Provolone, il Gorgonzola, il Pecorino Romano, l’Asiago o la Fontina. Poi ci sono i salumi più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, ma anche gli oli extravergini di oliva, le conserve e gli ortofrutticoli come il pomodoro San Marzano. Se gli Stati Uniti sono i ‘leader’ della falsificazione, le imitazioni sono molto diffuse dall’Australia al Sud America e non mancano anche sul mercato europeo.
Stando all’analisi Coldiretti, sono soprattutto i cambiamenti in atto nella politica internazionale ad avere un peso rilevante sul successo del Made in Italy agroalimentare all’estero. “Il risultato delle elezioni francesi con la vittoria di Macron – ha sottolineato il presidente, Roberto Moncalvo – dovrebbe scongiurare scossoni, ma nel rapporto con la Gran Bretagna si attendono gli effetti della Brexit, così come negli Usa si attendono gli effetti degli annunci di Donald Trump, che sta per scegliere i prodotti dell’UE da colpire come risposta alla controversia generata dalla questione della mancata importazione di carne dagli Usa in Europa”. Nella ‘black list’ ci sono le acque minerali (export 2016 in Usa 147 milioni di euro), seguite dalle polpe e dai pomodori pelati (78,9 milioni), i tartufi freschi o refrigerati (9,7 milioni), le castagne (5 milioni).
“Il settore agroalimentare – conclude Coldiretti – troppo spesso è considerato merce di scambio nelle trattative internazionali, senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”.