di Annarita D’Agostino

Povertà e disuguaglianza hanno creato un circolo vizioso che rischia di far sprofondare il nostro Paese nel vortice dell’esclusione sociale. Lo rileva una ricerca di Oxfam Italia, secondo la quale in Italia oltre 1 persona su 4 è a rischio povertà, per un totale di 17 milioni e mezzo di cittadini in condizione di vulnerabilità. I poveri assoluti sono 4,6 milioni: “vuol dire – segnala l’organizzazione no profit – che 1 su 13 non ha cibo a sufficienza o una casa decentemente riscaldata, o di che vestirsi, né mezzi per curarsi, informarsi, istruirsi”. La situazione è tanto più drammatica se si considera il dato anagrafico: 1 minore su 10 si trova in una situazione di precarietà, ovvero il 10,9%, un dato quasi triplicato rispetto a 10 anni fa. Per Oxfam “si rischia di vivere in una società sempre più vecchia, incapace di dare un futuro alle giovani generazioni, o che tristemente sceglie di non averne uno”.
L’alto tasso di povertà grava maggiormente sulle famiglie più numerose: “peggiorano le condizioni delle famiglie con 4 componenti, per cui l’incidenza della povertà assoluta è salita al 9,5%, mentre per quelle dai 5 in su tende ad aumentare ulteriormente, raggiungendo il 17,2%”.
Mentre la povertà dilaga, la ricchezza è sempre più concentrata nelle mani di pochi: “nel 2016 l’1% più ricco era in possesso del 25% della ricchezza nazionale netta, 415 volte quella detenuta dal 20% più povero dei nostri connazionali; mentre la sperequazione di reddito fa rilevare come, nell’arco di tempo 1988-2011, il 10% più abbiente della popolazione abbia beneficiato di un incremento di reddito superiore a quello della metà più povera degli italiani. A leggere il dato, capovolgendo la piramide, si scopre che il 10% più povero dei nostri connazionali ha goduto di un risicato 1% di incremento, corrispondente ad appena 3,7 euro pro-capite all’anno, a fronte di un incremento annuo di circa 365 euro del 10% più ricco”.
Un quadro che conferma l’urgenza di politiche di redistribuzione del reddito e di contrasto alle disuguaglianze, anche a livello territoriale. Infatti, l’incidenza della povertà assoluta è più alta nelle aree metropolitane e nel Sud Italia, sebbene non vadano trascurate anche le periferie delle grandi città del Nord e del Centro Italia.