di Antonella Marano

Una vera e propria ‘àncora di protezione sociale’ per  le attività dei call center sarà realizzata attraverso il protocollo di autoregolamentazione sottoscritto, oggi, da tredici grandi società committenti (Tim,Vodafone, Wind Tre, Enel, Eni, Poste).

Dopo anni di proteste portate avanti dai sindacati, in primis l’Ugl Telecomunicazioni, arriva finalmente un concreto segnale positivo per regolamentare il settore, per evitare il protrarsi di gare al massimo ribasso e per porre un freno alla delocalizzazione selvaggia.

Tra i punti qualificanti del protocollo figurano l’impegno a svolgere almeno l’80% delle attività in Italia (chi è già sopra tale soglia non potrà ridurla, mentre dovrà essere aumentata da chi ancora non la raggiunge), a tenere come riferimento nelle gare d’appalto il costo del lavoro medio calcolato secondo tabelle da definire con i sindacati e a promuovere quegli elementi che valorizzino la qualità del servizio offerto.

Viene introdotto l’obbligo di comunicazione della localizzazione del call center entro 30 giorni e un sistema di multe per chi non rispetta le regole. E’ previsto anche l’avvio di una cabina di regia congiunta tra rappresentanze delle imprese, sindacati e Mise, per il monitoraggio dei risultati del protocollo e per la definizione dei requisiti che formeranno oggetto di una”certificazione” delle imprese stesse. Una sorta di “bollino blu” che testimoni il livello delle “buone pratiche” da esse adottate e che sia di riferimento per l’intero settore. Per monitorare il percorso avviato attraverso questo protocollo sarà istituita una cabina di regia ad hoc.

Il protocollo era stato presentato ieri ai sindacati dal ministro Carlo Calenda. Presenti al vertice Claudio Durigon, vice segretario generale dell’Ugl e Stefano Conti, segretario nazionale dell’Ugl Telecomunicazione che, attraverso una nota stampa avevano accolto positivamente questo passo concreto verso la  stabilità economica di oltre 80mila lavoratori del settore.

Il presidente del Consiglio rileva che l’accordo siglato oggi “andrà monitorato, ma intanto abbiamo gettato un’ancora di protezione sociale, un valore da rivendicare anche per il governo – rimarca – proprio nel momento in cui, insieme ad altri, è uno dei paladini della società aperta”. E dunque “chi si batte in prima linea sulla frontiera deve essere capace di rivendicare politiche di protezione e tutela”.

“Con il protocollo di autoregolamentazione  sottoscritto con i maggiori committenti del settore dei Call Center, il  governo ha decisamente imboccato la strada giusta, un risultato a cui hanno  contribuito l’ascolto e il dialogo con le organizzazioni sindacali”. Ha dichiarato il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, spiegando  che “portare il 60% delle aziende di un settore fino ad oggi senza regole a sottoscrivere un codice comportamentale non va a vantaggio solo dei lavoratori  coinvolti ma va anche a beneficio del Paese e di quella ricchezza che il  governo, attraverso un lavoro più stabile, ha la necessità di incrementare,  senza per questo ledere l’interesse delle aziende ad essere più competitive”.