C.P.

Luci al led si o no? Diverse città stanno facendo i conti con la possibilità di una nuova illuminazione, tra chi spinge per impianti che potrebbero abbassare i costi e chi invece tutela l’impatto che potrebbe esserci su palazzi e monumenti.
Eppure coniugare l’arte con il risparmio è possibile, come è accaduto a Bagnone, in provincia di Massa Carrara dove otto proiettori al Led, con meno costi e meno potenza, illumineranno il torrente nel tratto che attraversa il centro del paese. Un esempio di illuminazione pubblica che, secondo il comune, riduce i consumi, con un minore impatto ambientale, e mette in risalto i veri colori del fiume e della natura circostante.
Il nuovo sistema di illuminazione per il torrente Bagnone, gestito da Enel Sole, impiega la stessa potenza dei quattro fari a incandescenza del precedente impianto con una luce senza impatto perché ha una colorazione che va dai 3.000 ai 4.000 gradi Kelvin.
Per quanto riguarda i consumi i comuni della zona sono passati da 4 milioni e 868mila kWh nel 2013 a 3 milioni e 192mila kWh. Oltre al risparmio energetico ed economico, dal punto di vista della sostenibilità ambientale gli interventi, che si completeranno entro giugno, consentiranno di risparmiare 737 tonnellate annue di CO2.
“Diamo luce al fiume – ha detto il sindaco Carletto Marconi – e gli diamo in un certo senso anche una vita nuova grazie alla tecnologia a led che unisce risparmio energetico, rispetto per l’ambiente e valorizzazione paesaggistica”.
Mentre nella Lunigiana sembra che questo restyling sia apprezzato anche a livello architettonico, la trasformazione dell’illuminazione pubblica sta suscitando invece polemiche a Roma, a Milano e in altre città italiane. Nella Capitale si progetta non solo una riqualifica sul Grande Raccordo anulare ma anche nel centro storico e questo ha suscitato alcuni malumori: tante le polemiche sui social e perfino una petizione su change.org per chiedere a Virginia Raggi, e alla sovrintendenza di intervenire contro il piano dell’illuminazione della capitale, che sostengono, “sfregia la città”. E’ il tipo di luce a non piacere ai cittadini, che rende l’ambiente più freddo. La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Roma, ha chiesto di rivedere l’intero piano perché in precedenza non consultata, sebbene ci sia bisogno, per legge, della sua autorizzazione trattandosi di “spazi aperti urbani di interesse artistico o storico”.
Da una parte dunque c’è chi legittimamente punta sul fattore risparmio, dall’altra chi altrettanto legittimamente rivendica quella tradizione e particolarità delle città italiane di cui anche l’illuminazione fa parte. La verità come sempre va trovata nel mezzo.