di Claudia Tarantino

E’ prevista per oggi la presentazione del maxi pacchetto della Commissione Ue per la ‘svolta sociale nel mondo del lavoro’. Si tratta di una serie di documenti su salari, contrattazione collettiva, congedo parentale, orario di lavoro e accesso universale al welfare con cui Bruxelles intende da una parte porre fine al dumping tra i Paesi dell’Est e dell’Ovest e dall’altra garantire diritti che si stanno sempre più erodendo.
Come se bastasse un elenco di misure per costruire la tanto invocata ‘Europa sociale’ e per la tutela dei lavoratori, impoveriti dalla crisi economica e da una globalizzazione senza regole, la Commissione si appresta quindi a presentare il frutto di mesi di lavoro e di consultazioni: la “Tripla A sociale”.
Nello stile Ue, non mancheranno le ‘raccomandazioni’ e l’enumerazione di principi, con relative proposte di attuazione pratica, iniziative legislative o implementazione di strumenti già esistenti, che spazieranno dal dialogo sociale ai salari, dalla contrattazione collettiva al reddito minimo, dai sistemi pensionistici a salute e sicurezza sul lavoro.
La Commissione presenterà, inoltre, quattro iniziative specifiche. Una sull’equilibrio vita privata-lavoro con la revisione della direttiva sul congedo parentale, al fine di aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Due misure che riguardano l’estensione degli standard minimi dei diritti sociali, pensione inclusa, a quei lavoratori atipici o autonomi emersi con le nuove forme di lavoro: si tratta della revisione della direttiva esistente sulla forma scritta del contratto di lavoro e della proposta di una nuova sull’accesso universale al sistema di protezione sociale, su cui Bruxelles proporrà linee guida da sottoporre a consultazione pubblica. E un ulteriore provvedimento, uno ‘strumento interpretativo’ per la direttiva sull’orario di lavoro per “rendere più comprensibili e applicabili le varie sentenze della Corte di giustizia”.
Infine, arriverà anche il ‘Reflection Paper’ sulla dimensione sociale, un documento di riflessione già preannunciato con il ‘White Paper’ sul futuro dell’Ue, che intende aprire una discussione che si dovrà concludere a novembre al summit sociale di Goteborg.
Un progetto, insomma, ambizioso nelle intenzioni, ma la cui capacità di applicazione resta tutta da valutare.