Chiudono le urne Alitalia. Lavoratrici e lavoratori hanno avuto la possibilità di esprimere il proprio parere sulla pre-intesa siglata lo scorso 14 aprile da sindacati di categoria e azienda mediante un referendum i cui esiti saranno noti nelle prossime ore. Il pre-accordo ha portato l’azienda a fare un importante passo indietro rispetto al piano ‘shock’ presentato in un primo momento: dopo una lunga trattativa, i sindacati hanno ottenuto la riduzione degli esuberi da 1.338 a 980 e dei tagli agli stipendi del personale navigante dal 30 all’8% massimo, attenuando così i sacrifici per i dipendenti della ex-compagnia di bandiera.
Anche il governo sostiene la pre-intesa: a poche ore dalla chiusura dei seggi, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha rinnovato l’appello del premier a “seguire con coraggio la strada iniziata”, rigettando le ipotesi su un possibile intervento dello Stato per il salvataggio della compagnia nel caso di una vittoria del no all’accordo.
Intanto, l’affluenza al voto è stata altissima, arrivando nei giorni scorsi già oltre il 70% dei 12.500 lavoratori aventi diritto. Chiusi i nove seggi, aperti tra Roma e Milano fino alle 16, inizierà lo spoglio.
In caso di vittoria del no, secondo indiscrezioni di stampa, un cda si terrebbe già domani per avviare la procedura di amministrazione straordinaria. La prospettiva è infatti quella del commissariamento, con il rischio, “concretissimo” per il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, di una liquidazione a pezzi della compagnia.
Se vincerà il sì, invece, il Consiglio di amministrazione si terrà mercoledì 26 aprile, per sbloccare la ricapitalizzazione con 2 miliardi di equity, di cui 900 milioni di nuova cassa.