Il Gruppo FS Italiane è pronto per l’apertura del mercato ferroviario europeo nonostante la liberalizzazione proceda a rilento a differenza di quanto avvenuto per l’aviazione e altri servizi (come telecomunicazioni o gas). Delle novità legate al futuro delle Ferrovie dello Stato se ne è discusso ieri a Roma durante un convegno organizzato proprio dal Gruppo FS Italiane. Momento in cui  è stata focalizzata l’attenzione sul IV Pacchetto Ferroviario e la  Riforma del mercato.

In ambito europeo, sembrerà strano, l’Italia è la più avanzata in materia di liberalizzazione del trasporto ferroviario – sia nel settore merci che in quello passeggeri (vedi concorrenza tra Freccia Rossa e Italo sulle linee Alta Velocità)  oltre che in materia di sicurezza. È infatti l’unica nazione, la nostra, ad aver aperto alla concorrenza il mercato dell’Alta Velocità, quello più remunerativo.

Il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane considera il IV Pacchetto Ferroviario un importante decisione legislativa comunitaria per lo sviluppo dello spazio ferroviario europeo unico. L’espansione dei servizi ferroviari in Europa, che è considerato a tutti gli effetti il mercato domestico di riferimento, consentirà alle Ferrovie Italiane, in coerenza con la strategia di espansione internazionale prevista dal Piano Industriale 2017 – 2026, di ampliare il proprio business in Germania, Francia, Spagna e Olanda, per esportare le competenze e le eccellenze ferroviarie, tecnologiche e no, del made in Italy.

Il quarto pacchetto ferroviario è inteso a rimuovere i rimanenti ostacoli alla creazione di uno spazio ferroviario europeo unico. La legislazione proposta intende riformare il settore ferroviario dell’UE, favorendo la concorrenza e l’innovazione nei mercati nazionali di trasporto di passeggeri. Intende inoltre attuare riforme strutturali e tecniche. Ciò dovrebbe consentire di aumentare la sicurezza, l’interoperabilità e l’affidabilità della rete ferroviaria europea.

Il quarto pacchetto ferroviario è alla base della nuova politica TEN-T dell’UE, lanciata il 1º gennaio 2014. Stabilisce nove corridoi della rete centrale di trasporto in tutta l’UE aventi lo scopo di eliminare le strozzature; realizzare i collegamenti transfrontalieri mancanti; promuovere l’integrazione e l’interoperabilità tra i diversi modi di trasporto

La rete ferroviaria europea è attualmente alquanto frammentaria. I diversi Stati membri utilizzano norme di sicurezza e sistemi tecnici differenti. I servizi ferroviari transfrontalieri, ad esempio, devono ottenere un’autorizzazione di sicurezza da diverse autorità nazionali e adeguarsi a sistemi di segnalazione differenti, il che rende complicato e costoso l’ingresso nel mercato ferroviario di nuovi operatori ferroviari, nonché l’introduzione di nuove attrezzature tecniche.

Rimuovendo i rimanenti ostacoli allo spazio ferroviario europeo unico, il quarto pacchetto ferroviario proposto contribuirà ad aumentare la competitività del settore ferroviario, con migliori collegamenti tra l’UE e i paesi limitrofi.

Le modifiche consentirebbero inoltre all’UE di avvicinarsi agli obiettivi di riduzione delle emissioni e favorirebbero l’incremento del trasporto ferroviario, come indicato nel Libro bianco sui trasporti pubblicato dalla Commissione nel 2011.

L’Ugl Attività Ferroviarie ribadisce che per rendere valido il ‘pacchetto”  è necessario omogeneizzare la rete ferroviaria che, presentando diversi sistemi di sicurezza, impediscono una reale interoperabilità tra le varie reti. Per il sindacato occorre abbattere le barriere politiche che, nei fatti, impediscono con adeguati investimenti sulla tecnologia per avere un’unica rete europea  realmente aperta a tutti i cittadini e a tutte le imprese con adeguati standard di sicurezza in linea con tutta l’Europa.

Le critiche che  l’Ugl AF muove al IV pacchetto sono principalmente legate all’assenza di un contratto unico di riferimento per il trasporto ferroviario capace di tutelare maggiormente i lavoratori ed aiutare le imprese (che entrano nel mercato ferroviario) a confrontarsi su qualità del servizio e progetti industriali.