di Antonella Marano

Le lancette dell’orologio scivolano come lame taglienti sul destino dei lavoratori Alitalia: oggi dovrebbe essere la giornata decisiva, la più lunga ed intensa dove, la trattativa dovrà trovare assolutamente una via d’uscita.

Il tempo stringe con gli azionisti che hanno condizionato il loro intervento nella ricapitalizzazione della compagnia all’intesa con il sindacato per consentire, a partire dal 14 aprile, di procedere con l’operazione finanziaria da poco meno di 2 miliardi (tra equity e linee di credito), che richiederà poi tempi tecnici per concretizzarsi, mentre la liquidità aziendale va progressivamente esaurendosi. Dopo giorni di trattative no-stop al Mise, insomma, le posizioni tra azienda e sindacati restano distanti sul piano industriale, in particolare sui capitoli esuberi e taglio del costo del lavoro.

I titolari dei dicasteri hanno incontrato stamane i segretari delle sigle sindacali, Ugl, Cgil, Cisl e Uil che hanno ribadito le controproposte già fornite dai rappresentanti dei lavoratori sulla vertenza per il piano Alitalia. Il numero uno dell’Ugl, Francesco Paolo Capone ha ribadito la sua posizione ad inizio incontro: “Siamo qui al Mise con grande senso di responsabilità e con l’impegno preciso di arrivare ad un accordo per Alitalia e per essere al fianco delle federazioni che in questi giorni si sono spese moltissimo affinche’ si trovasse una strada per modificare in maniera piu’ socialmente ed economicamente sostenibile il piano presentato dall’azienda”.

“Continuiamo a lavorare, c’è una discussione in corso. Il Governo sta lavorando per arrivare, entro oggi, a un accordo tra Alitalia e sindacati sul piano industriale dell’azienda”, ha dichiarato ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, uscendo dal Mise, dopo l’incontro tra l’esecutivo e i vertici dell’ex compagnia di bandiera. “Stiamo cercando di far avvicinare le parti”, ha rilanciato il ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Graziano Delrio.