Quando si parla di realizzare grandi opere per passare dal progetto al lavoro finito ci vogliono 10 anni e tre mesi, oltre i 50 milioni di euro, per le medio-piccole ben 7 anni e tre mesi.
Sono i dati diffusi dell’Ance in occasione della conferenza stampa che ha riunito le associazioni della filiera della costruzioni, dopo lo stanziamento di 47,5 miliardi deliberato ieri in Cdm e alla vigilia dell’approvazione definitiva del decreto correttivo sul nuovo Codice degli appalti. Tempistiche davvero assurde su cui, tra l’altro, l’Ance prevede anche “un peggioramento”.
Quello che i costruttori hanno voluto lanciare al governo è un vero e proprio grido di allarme affinchè intervenga snellendo le procedure per l’apertura dei cantieri.
“Gli stanziamenti – ha detto il presidente dell’Ance Gabriele Buia – non si traducono in cantieri, nonostante l’impegno degli ultimi governi il settore è allo stremo, la situazione non e’ più sostenibile e deve essere ribaltata”.Sul decreto correttivo sul Codice degli appalti i costruttori edili fanno esplicite richieste di “miglioramento”, tra cui “l’esclusione automatica di offerte anomale”, con “metodo antiturbativa” fino a una soglia di 5 milioni di euro. Gli imprenditori si appellano per ottenere “uno snellimento delle procedure, un alleggerimento della burocrazia”. Le associazioni di settore chiedono inoltre l’innalzamento della soglia, da un milione a cinque milioni (o almeno a 2,5 milioni), di quella che chiamano “l’esclusione automatica delle offerte anomale”, cosa “diversa”, hanno tenuto a precisare, “dal massimo ribasso” nella sua versione ‘pura’. Insomma l’Ance e le altre organizzazioni chiedono al Governo “uno sforzo ulteriore” per “rimettere in moto un settore bloccato”. D’altra parte, ha evidenziato Buia, si tratta “di questioni sollevate non solo dai costruttori, ma anche da Regioni e Comuni”.
Gabriele Buia ha poi ricordato come il settore dell’edilizia sia “in difficoltà da nove anni” e si è detto molto preoccupato “del calo degli investimenti in lavori pubblici: -4,5% rispetto al +2% previsto per il 2016”. In forte contrazione anche i bandi di gara, i costruttori hanno fatto notare come lo scorso anno “i bandi dei Comuni italiani siano scesi del 35% in termini di valore”. Tutto ciò si riflette sull’occupazione, che nel comparto durante il 2016 “e’ diminuita di un altro 4,4%”.