di Nazzareno Mollicone

Ritengo opportuno fare qualche considerazione a proposito dell’attacco americano alla base aerea siriana, del comportamento di Trump e delle possibili motivazioni, anche a complemento degli articoli già pubblicati.

Prima considerazione: la storia del gas gettato da Assad. Ormai è sparita dalle notizie, nessuno ne parla più, la deliberazione che doveva fare il Consiglio di Sicurezza dell’ONU è finita nel cestino. Eppure, se la cosa fosse vera, al di là del bombardamento americano, resta comunque grave e dovrebbe allora essere stabilita con certezza e sanzionata con un documento ufficiale, anche per ammonimento ad eventuali altri Paesi. Basta allora una base aerea colpita per chiudere la questione?

Seconda considerazione: la base aerea colpita. Ora, credo che tutti pensino che se uno vuole distruggere una base aerea, la distrugge veramente: soprattutto, le piste, gli aerei, i radar, la palazzina di comando ed anche il personale specializzato vanno eliminati, Ma le foto del posto dopo l’attacco mostrano le piste praticamente intatte, alcuni aerei fermi sul prato a bordo pista intatti, i radar che girano, alcuni hangar colpiti (a qualcuno il missile ha perforato il tetto, ad altri ha solo fatto un piccolo buco), gli interni vuoti e solo due-tre con resti di aerei, una palazzina (che dovrebbe essere di comando, o comunque di servizio alla base) intatta con la distruzione degli automezzi parcheggiati a fianco. Da notizie di fonte russa ma non smentite con altre, sembra che siano stati colpiti sei Mig in riparazione, magazzini di logistica, e materiale vario. Sta di fatto che gli aerei siriani – notizia comune – hanno ripreso a decollare da quella base.

Terza considerazione: la precisione dei missili. Ormai è pacifico il fatto che dei 59 missili sparati ne siano arrivati sul bersaglio solo 23. Incapacità dei tiratori? Impossibilità tecnica di arrivare con precisione sul bersaglio? Od errore voluto, con lancio dei missili in mare o nel vasto deserto siriano? E poi, quei missili portavano ciascuno solo 500 kg di esplosivo, quando vi sono missili più potenti. Inoltre, le vittime sono state pochissime: ma che forse quella base era priva di piloti, motoristi, tecnici vari, radaristi, militari di guardia e quanti altri vi si trovano normalmente?

Sulla base di queste considerazioni, le ipotesi – solo ipotesi! – che si possono fare sono le seguenti:

a) Trump era sotto assedio mediatico e politico negli Usa sia per i suoi presunti rapporti di amicizia con la Russia sia per i provvedimenti che stava attuando e che gli sono stati bocciati o dalla magistratura o dal congresso (la riforma dell’”Obamacare”, soprattutto da parte dei repubblicani più “reazionari” che volevano cancellare tutto, non riformare). Con questa iniziativa ha messo a tacere, almeno temporaneamente, i suoi critici ed ha rinsaldato il partito repubblicano che infatti ha fatto passare, con un espediente parlamentare, la nomina del suo candidato alla Corte Suprema;
b) In particolare, Trump ha accontentato i militari, che – come disse Eisenhower – hanno un forte potere di pressione e di condizionamento sui presidenti, ai quali peraltro ha già promesso un forte aumento degli stanziamenti finanziari;

c) Trump deve presentarsi alla prossima riunione del G-7 a Taormina come un presidente con pieni poteri, non più discusso all’interno e pronto ad esibire la forza americana a dimostrazione del fatto che essa rimane una grande potenza, almeno sul piano militare (lo è di meno dal punto di vista economico, e questo è il motivo per cui è stato eletto);

d) D’altra parte, gli Usa erano stati esclusi dagli incontri già svolti e che si dovranno svolgere nelle prossime settimane per trovare un accordo sulla questione siriana tra Russia, Iran, Turchia, governo di Assad e ribelli “moderati”. Dopo quell’attacco, certamente saranno presenti;

e) Dai dati suesposti in merito alle conseguenze dell’attacco aereo, è verosimile pensare che esso sia stato non solo condotto a livelli minimali rispetto alla potenza militare americana, ma che la Russia sia stata avvertita prima (cosa questa prima dichiarata e poi smentita) la quale a sua volta avrà avvisato il governo siriano che ha lasciato nella base solo il materiale ed aerei di scarsa importanza.

Insomma, l’attacco dei giorni scorsi può essere solo la mossa di una gigantesca partita a scacchi tra più giocatori: Trump con i suoi connazionali, gli Usa con la Russia, gli Usa con il resto del mondo. La domanda di fondo è: si tratta di una mossa propagandistica e difensiva, od è un ritorno alla cieca aggressività statunitense che ha provocato venticinque anni di guerre e di caos dal 1991 (attacco all’Irak) ad oggi?
E, per concludere con le simpatie verso Trump manifestate dai “sovranisti” e dalla destra in genere: l’uomo si accontenta della carica formale perché in realtà lascia che comandino i soliti poteri forti americani (militari, banche d’affari, sionisti) od è un machiavellico astuto manovratore dell’opinione pubblica interna ed esterna che guarda ai tempi lunghi?
Le prossime mosse ce lo diranno. A mio parere, questa presidenza va seguita con attenzione senza entusiasmi e senza ostilità pregiudiziali.