di Claudia Tarantino

A febbraio 2017 si registra “una flessione congiunturale delle vendite al dettaglio”: rispetto al mese precedente, infatti, sono “in calo dello 0,3% in valore e dello 0,7% in volume”. Anche in confronto a febbraio 2016 le vendite al dettaglio “diminuiscono dell’1,0% in valore e del 2,4% in volume”.
I dati forniti oggi dall’ Istat registrano ancora una volta una contrazione dei consumi – indice di un sistema economico tuttora in crisi – e mostrano due aspetti significativi, i consumi alimentari e le vendite della grande distribuzione, che si prestano a riflessioni circa l’andamento della nostra economia nazionale.
Innanzitutto, i prodotti alimentari, che solitamente sono gli ultimi ad essere intaccati in una situazione di crisi, a febbraio di quest’anno, rispetto al precedente, hanno registrato un calo dell’1,2% in valore e del 4,8% in volume. A conferma, quindi, delle preoccupazioni dell’Unione Nazionale Consumatori, secondo cui “il crollo annuo in volume del 4,8% significa che gli italiani non solo hanno ridotto gli sprechi, ma stanno letteralmente mangiando di meno”.
Inoltre, la grande distribuzione e le piccole superfici, a differenza di quanto accaduto in precedenza, mostrano andamenti simili, con flessioni rispettivamente dell’1% e dell’1,1%, a dimostrazione che nemmeno gli ipermercati e i discount – gli unici finora ad aver retto grazie alla possibilità di proporre prezzi stracciati e fortemente concorrenziali – resistono alla contrazione dei consumi.
Secondo l’analisi dell’Istituto di Statistica, anche “le vendite di prodotti non alimentari, rispetto a febbraio 2016, sono in flessione dello 0,9%  sia in valore sia in volume”.
Insomma, le famiglie italiane stanno ancora vivendo una situazione di estremo disagio perché se da un lato si registrano fortissimi rincari dei prezzi, che per la Codacons sono “alimentati da speculazioni che hanno fatto impennare i listini al dettaglio”, dall’altro i redditi sono fermi, se non addirittura in calo. Infatti, Federconsumatori pone l’accento soprattutto sulla necessità di “risollevare il potere di acquisto, creando opportunità di lavoro” e, perciò, chiede al Governo di intervenire innescando “una nuova fase di crescita per il nostro sistema economico”.