di Annarita D’Agostino

Nella sanità italiana un’azienda su quattro, per un totale del 25,7%, è macchiata da episodi di corruzione: questo il dato shock che emerge dall’indagine condotta dal Censis su un campione di 136 strutture, nell’ambito del progetto ‘Curiamo la corruzione’, coordinato da Transparency International Italia in partnership con Censis, Ispe Sanità e Rissc.
Il Sud è al vertice della triste classifica: le strutture in cui risulta almeno un episodio di corruzione sono il 37,3% del totale. Gli ambiti più a rischio sono acquisti e forniture, liste d’attesa e assunzioni del personale.
L’indagine, presentata oggi in occasione della seconda Giornata nazionale contro la corruzione in sanità, ha classificato le aziende esaminate in 4 gruppi, secondo un indice che valuta la percezione del rischio di corruzione. 24 strutture, pari al 17,6%, di cui 16 del Nord, si classificano nella fascia di rischio basso; sono invece 20 le strutture sanitarie, cioè il 14,7%, che presentano una percezione di rischio alto e, tra queste, 9 si trovano al Sud.
Altrettanto gravi le conclusioni di una ricerca parallela compiuta da Ispe Sanità: il 6% delle spese correnti annue del Servizio sanitario nazionale sono riconducibili a sprechi e corruzione. Una cifra che, come spiega il presidente dell’Istituto, Francesco Macchia, “corrisponde a 4-9 miliardi di euro, sprechi nei processi di acquisto altamente ingiustificati, che vanno oltre ogni possibile giustificazione di incapacità e quindi sottendono evidentemente fenomeni corruttivi”. I rischi più elevati riguardano l’acquisto di servizi per le Asl e i beni per le aziende ospedaliere.
Purtroppo, la corruzione in sanità è un fenomeno storico del nostro Paese, ma il fatto che il comparto sia sotto la scure dei tagli aggrava la situazione: “mentre fino ad oggi in un sistema sanitario nazionale sovra-finanziato la corruzione esisteva, ma non impattava sulla qualità del servizio – spiega Macchia – in questo momento di de-finanziamento delle prestazioni il fenomeno corruttivo sottrae le cure direttamente al malato” portando quindi ad effetti negativi diretti sulla tutela della Salute. Non sembra dunque un caso separato il fatto che il Rapporto Osservasalute, realizzato dall’osservatorio sulla Salute delle Regioni, abbia segnalato, per la prima volta nella storia d’Italia, un calo dell’aspettativa di vita degli italiani. La corruzione non uccide solo la legalità.