Una famiglia su tre è single. A descrivere i tratti di un’Italia sempre più frammentata e lontana dal ‘mito’ della famiglia numerosa è l’Istat. Un senso di sfiducia che invade il tessuto sociale e lo indebolisce ulteriormente. L’Adnkronos ha rielaborato i dati del dossier presentato dall’Istituto nazionale di statistica in merito alle forze lavoro nell’anno 2016.

Le persone che vivono da sole –  secondo i dati – sono il 33% dei 25,8 milioni di nuclei residenti in Italia nel 2016, con una maggioranza di donne rispetto agli uomini: 58,6% contro 41,4%. Sono in totale 8,5 milioni e la metà circa si concentra al Nord (4,3 mln); al mezzogiorno si collocano altri 2,4milioni di famiglie monocomponente, mentre al centro i restanti 1,8 milioni.

Negli ultimi anni la quota di single, rispetto al numero totale delle famiglie residenti in Italia, è sostanzialmente rimasta stabile: era il 32,5% nel 2013, è passata al 33% nel 2014 e salita fino al 33,1% nel 2015.

In termini assoluti il numero di famiglie monocomponente, dal 2013 al 2016, è aumentato di circa 200.000 unità (+2,5%). Tornando ai dati dello scorso anno, i nuclei familiari con figli superano di poco i single, arrivando al 35,1% del totale, mentre le coppie senza figli rappresentano un altro 21,3%, a cui bisogna aggiungere l’8,4% delle famiglie monogenitore e, infine, un altro 0,3% di ‘altre tipologie’.

Meno della metà dei nuclei con un solo componente appartiene alla forza lavoro (40,5%), mentre il restante 59,5% ne è fuori. Le persone effettivamente occupate sono 3,1 milioni, con una quota predominante di maschi (59,7%) rispetto alle femmine (40,3%). Più della metà dei lavoratori si concentrano al nord, dove si trova il 55,8% del totale, a cui bisogna sommare un 23,9% di residenti al centro e un altro 20,2% che vivono al sud.