di Cecilia Pocai

Al calo della disoccupazione descritto in queste ore dall’Istat non corrisponde di certo un aumento degli occupati. A preoccupare maggiormente è l’aumento degli inattivi, una vasta fascia della nostra popolazione  (più 0,4%, pari a più 51 mila) di un’età compresa tra i 15 e i 64 anni.

A differenza del Governo che ‘accoglie’ con entusiasmo i dati ( il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni aveva ‘cinguettato’ su twitter: “cala la disoccupazione, anche tra i giovani. L’impegno per le riforme ottiene risultati. E continua”)  un’attenzione in più verso i cosiddetti ‘neet’ è d’obbligo:  gli italiani sono sempre più scoraggiati e disillusi sul loro futuro lavorativo.

Servono maggiori investimenti, sia pubblici che privati, per rafforzare le politiche attive e creare occupazione, solo in questo modo si potrà evitare che la riduzione del tasso di disoccupazione sia soltanto una illusione statistica.

I dati del mese di febbraio diffusi oggi dall’Istituto di statistica nazionale, difatti, evidenziano un calo dell’11,5 % (-0,3 punti percentuali) del tasso di disoccupazione, soprattutto per quanto riguarda la disoccupazione giovanile che torna ai livelli del 2012, 35,2%.

Al calo della disoccupazione non corrisponde, però,  un aumento degli occupati: infatti il numero è stabile rispetto a gennaio, e in effetti si mantiene anche sugli stessi livelli dei quattro mesi precedenti. Mentre la stima delle persone in cerca di occupazione registra un forte calo su base mensile (-2,7%, pari a meno 83 mila): il calo interessa uomini e donne ed è più accentuato tra i 15-24enni e gli over 50. E la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni nell’ultimo mese è in crescita. L’aumento si concentra tra gli uomini, mentre calano leggermente le donne e coinvolge tutte le classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni. Il tasso di inattività è pari al 34,8%, in aumento di 0,1 punti percentuali su gennaio.