Gli italiani residenti nel Regno Unito, iscritti all’Aire (sono quindi esclusi coloro che intendono risiedere per meno di dodici mesi o che non hanno proceduto all’iscrizione che è gratuita, ma di fatto non vincolante o obbligatoria), sono 210.690, con una predominanza maschile (53,1%).
Macroarea | Iscritti |
Europa | 2.365.170 |
America meridionale | 1.338.172 |
America settentrionale | 400.214 |
Altri | 237.600 |
Totale | 4.341.156 |
Solo Europa | Iscritti |
Regno Unito | 210.690 |
Germania | 651.852 |
Belgio | 254.741 |
Svizzera | 558.545 |
Francia | 373.145 |
Altri | 316.188 |
Totale | 2.365.170 |
Considerando che non vi è obbligo di iscrizione per chi si trasferisce per meno di dodici mesi e per gli stagionali, è ipotizzabile che nel Regno unito risiedano cittadini italiani nella misura doppia o tripla rispetto ai dati ufficiali, per cui gli italiani potrebbero essere fra i 450 e i 550 mila.
Gli effetti della Brexit sui lavoratori italiani
Premesso che la premier inglese Theresa May ha affermato che non ci saranno conseguenze, gli effetti sono i seguenti:
- Limitazione alla libertà di circolazione delle persone e delle imprese;
- Limitazione all’accesso dei lavoratori stagionali (oggi non si iscrivono all’Aire; potrebbero essere soggetti ad un sistema di quote come accade con gli accessi di lavoratori stagionali extra Ue);
- Penalizzazioni sotto il profilo contributivo; sarebbe necessario un accordo bilaterale per i diritti previdenziali;
- Rischio minori tutele sul lavoro: il Regno Unito non sarebbe più obbligato a rispettare le direttive comunitarie su diversi aspetti, ad iniziare dall’orario di lavoro, i riposi, le ferie, la malattia, il distacco per arrivare alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro e alla normativa sui servizi;
- Per la tutela sanitaria, oggi garantita su tutto il territorio europeo attraverso la tessera sanitaria, sarebbe necessario un accordo, senza il quale un cittadino europeo che si ammala nel Regno unito sarebbe costretto a pagarsi tutto direttamente o attraverso la stipula di una assicurazione obbligatoria al momento dell’accesso;
- Sarebbe necessario un accordo bilaterale per la tassazione dei redditi da lavoro dipendente dei lavoratori distaccati;
- Il riconoscimento del titolo di studio o di eventuali competenze acquisite non sarebbe immediato, ma necessiterebbe di una validazione che dovrà essere preceduta da un accordo bilaterale;
- Verrebbero meno i diritti politici che, all’interno dell’Unione europea, si concretizzano con la possibilità per i cittadini comunitari residenti in altro Stato della Ue di votare alle elezioni amministrative del comune di residenza.