Un tempo neanche tanto lontano si chiama evasione, adesso si chiama tax gap, espressione che definisce un aspetto particolare dell’evasione e che è data dalla differenza tra le imposte che si dovrebbero pagare e quelle effettivamente pagate. Nel 2014 si è allargato a 111,6 miliardi di euro rispetto ai 108 miliardi del 2012.
Questa l’esito della ricerca presentata dal presidente della Commissione per la redazione della “Relazione annuale sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva”, Enrico Giovannini, in audizione oggi presso la Commissione Bicamerale, alla quale ha ovviamente i dati del triennio 2012-2014.
Certo, non ci troviamo nel pieno degli anni governati da Renzi ma se è vero quel che afferma oggi Giovannini ed è altrettanto vero quello che ha sostenuto poco più di un mese fa Padoan (ovvero che il 2016 “è stato un anno record nella lotta all’evasione fiscale”, perché “sono stati recuperati 19 miliardi”), vuol dire che nel frattempo gli italiani hanno imparato a pagare più “spontaneamente” le tasse. Staremo a vedere.
Scendiamo nei dettagli: nel triennio 2012-2014 la propensione all’evasione è salita dal 23,6% al 24,8%. “I settori in cui è maggiore è l’evasione – sottolinea Giovannini – sono i settori a più bassa crescita di produttività”. Secondo il presidente della Commissione per la Relazione annuale sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva “l’Italia soffre di un problema di crescita della produttività da molti anni ed è evidente che nel momento in cui un’impresa riesce ad andare avanti semplicemente attraverso l’evasione, ha molti meno incentivi a trovare una struttura più efficiente, ad investire, innovare, quindi l’evasione ha un ruolo molto importante in un generale grado di arretratezza del sistema economico”.
Guardando ai settori, dalle badanti alla bottega sotto casa, dalle costruzioni ai servizi per le imprese il tax gap è tra il 20 e il 30%. Il sommerso è al 30% nei servizi alle famiglie, 26% nel commercio, pubblici esercizi, 24% costruzioni, 20% nei servizi alle imprese.

 

I TRE TIPI DI TAX GAP
Ci sono tre tipi di ‘tax gap’: quando i contribuenti non presentano una dichiarazione dovuta o non lo fanno in tempo; quando i contribuenti sottostimano il loro reddito o sovrastimano esenzioni, deduzioni e crediti nelle dichiarazioni presentate in tempo; quando i contribuenti compilano la dichiarazione ma non pagano tutta la somma dovuta entro il termine.