di Francesco Paolo Capone – Segretario Generale dell’Ugl

Il 24 marzo è, a suo modo, una giornata storica per il nostro Paese, soprattutto per la storia sindacale italiana. Correva il 1950, quando fu costituita la Confederazione Italiana dei Sindacati Nazionali Lavoratori. Si era a Napoli, nella Sala Maddaloni, dove, come racconta il verbale di quella giornata, “erano rappresentati oltre 50mila lavoratori appartenenti alle più varie categorie professionali, come i dipendenti comunali, i metalmeccanici, i tessili, gli esattoriali, i bancari, i postelegrafonici, i dipendenti del ministero della Marina e dei Monopoli dello Stato, i navalmeccanici, i poligrafici, gli elettrici, i parastatali, gli autoferrotranvieri, i braccianti agricoli, i facchini, i manovali muratori, i terrazzieri, i conservieri, i zuccherieri, i dipendenti delle industrie estrattive e del Consorzio nazionale della Canapa, le guardie campestri e notturne, le ostetriche, gli artigiani, i lavoratori a domicilio, i coltivatori diretti, gli addetti ai trasporti terrestri, i professionisti ed artisti”.

Uno spaccato dell’Italia del lavoro che si riuniva per dare vita alla Cisnal, un unicum nella storia del movimento sindacale in Italia e in Europa. L’auspicio dei fondatori, “nel solco della tradizione rivoluzionaria di Filippo Corridoni”, era quello di favorire “l’avvento di una società in cui il lavoro diventi il libero protagonista della vita economica attraverso la socializzazione”. In materia economica, l’appena nata Cisnal sosteneva: il ruolo centrale della rappresentanza collettiva degli interessi dei lavoratori; la massima occupazione attraverso una efficace difesa della produzione nazionale ed una opportuna politica di investimenti; la stabilizzazione della vita economica per mezzo di una politica anticiclica volta a prevenire la deflazione; la difesa delle retribuzioni reali; la socializzazione delle imprese.

Sono passati sessantasette anni, spesso caratterizzati da lotta dura e senza sconti da parte di nessuno per assicurarsi quel diritto ad esistere in difesa dei lavoratori. Sembra ieri, anzi è oggi, vista l’attualità del messaggio lanciato nel lontano 1950. Allora si usciva da una guerra devastante, adesso subiamo gli effetti di un conflitto meno cruento, sicuramente più subdolo, giocato con le armi della finanza e del superamento dei legittimi interessi nazionali. L’Unione Generale del Lavoro, che nel 1996 ha raccolto il testimone della Cisnal, continua, nonostante le avversità e i cattivi presagi si allungano sul mondo della rappresentanza sociale, economica e civile, a guardare avanti nel nome dell’Italia e di chi in questo Paese vive e lavora.