di Caterina Mangia

Taxi fermi in tutta Italia. Da Nord a Sud, da Milano a Napoli, è altissima l’adesione dei tassisti allo sciopero indetto da questa mattina alle 8, fino alle 22 di stasera, per chiedere una maggiore regolamentazione nell’attività di noleggio con conducente e nel servizio taxi, oltre che un intervento più incisivo del governo nel contrasto all’abusivismo. Si parla di cifre che sfiorano il 90 per cento degli addetti al comparto.
“Al polmone di Fiumicino, che in una giornata normale conta 600 tassisti, ce ne erano stamani solo 80, ovvero il 13%”, ha spiegato Alessandro Genovese, segretario nazionale Ugl Taxi, aggiungendo che è invece fermo del tutto il servizio da Ciampino; a Roma è partito il corteo di protesta, mentre alla Stazione Centrale di Milano i taxi sono fermi e i conducenti si riuniscono a piazza Luigi di Savoia sotto la scritta “Governo abusivo spacciatore di abusivi”; cortei e presidi anche a Torino e Napoli; a Genova il servizio non ha subito interruzioni, ma è stata indetta un’assemblea straordinaria a Piazza De Ferrari dalle 10 alle 18.
Fatta eccezione di pochi – la sigla Uritaxi e gli aderenti a Legacoop -, la maggioranza delle sigle sindacali e dei lavoratori del comparto non si è lasciata affatto convincere dalla bozza di decreto Mit-Mise presentata ieri al ministero dei Trasporti alle organizzazioni sindacali; un provvedimento in cinque articoli, mirato a “evitare pratiche di esercizio abusivo nell’attività di noleggio con conducente e del servizio taxi”. Si tratta una serie di misure che, a detta dei rappresentanti della categoria, non fornisce abbastanza garanzie al comparto. E che scontenta (quasi) tutti: anche Uber ha definito deludente la proposta dell’esecutivo.