di Claudia Tarantino

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day), ideata dalle Nazioni Unite nel 1992 e indetta per la prima volta nel 1993, l’Istat, l’Unicef e Coldiretti forniscono un quadro di sintesi delle risorse idriche del nostro Paese e non solo.

Statistiche Istat sulle risorse idriche
Sebbene l’acqua sia la risorsa della vita sul Pianeta, l’Istat rileva un aumento della dispersione proprio di quella più importante: l’acqua potabile. Nel 2015, infatti, è andato disperso il 38,2% dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione, non raggiungendo gli utenti finali. “La perdita giornaliera reale, al netto degli errori di misurazione e degli allacciamenti abusivi, ammonta a circa 50 m3 per ciascun chilometro delle reti di distribuzione: un volume che, stimando un consumo medio di 89 metri cubi annui per abitante, soddisferebbe le esigenze idriche di un anno di 10,4 milioni persone”.
Un dato a dir poco sconcertante, soprattutto se messo in confronto con il rapporto dell’Unicef, secondo cui sono più di 663 milioni le persone nel mondo senza acqua potabile in casa, “costrette a trascorrere ore in coda o in cammino per raggiungere una sorgente di acqua non contaminata”.
Ma torniamo all’Italia. L’Istat rileva, un consumo giornaliero di 245 litri per abitante che, benché in calo di 23 litri rispetto al 2012, è pur sempre una quantità enorme, che spinge a riflettere sull’uso, ma soprattutto, sugli sprechi che ne facciamo. Sarebbe proprio il caso di dire, infatti, con un gioco di parole, che in Italia questa risorsa viene “scialacquata” in tutte le accezioni del termine: non solo consumata, ma anche sperperata, sciupata. La cosa paradossale, poi, è che tre famiglie su dieci dichiarano di non fidarsi a bere acqua dal rubinetto e spendono in media 10 euro al mese per acquistare quella minerale.

Riciclo, obiettivo dell’Onu
L’edizione di quest’anno della Giornata Mondiale dell’Acqua è dedicata all’importanza di ridurre e riutilizzare le acque reflue, per migliorare la salute umana e ambientale. Le acque reflue sono quelle contaminate da attività domestiche, industriali e agricole, che vanno ridotte, depurate e riutilizzate, secondo quanto prescrive l’obiettivo sostenibile 6.3 dell’Onu: “Migliorare entro il 2030 la qualità dell’acqua eliminando le discariche, riducendo l’inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose, dimezzando la quantità di acque reflue non trattate e aumentando considerevolmente il riciclaggio e il reimpiego sicuro a livello globale”.

Rapporto Unicef, 600 milioni bambini nel 2040 alle prese con siccità
In occasione di questa giornata l’Unicef ha diffuso il Rapporto ‘Thirsting for a Future: Water and children in a changing climate’, che analizza le minacce per le vite e il benessere dei bambini causate dall’esaurimento di fonti di acqua sicura e dai cambiamenti climatici, che amplieranno questi rischi negli anni a venire.
Secondo il rapporto, “36 paesi stanno attualmente affrontando alti livelli di stress idrico”. Questo accade quando la richiesta di acqua supera ampiamente le fonti disponibili rinnovabili. Temperature più calde, innalzamento dei livelli del mare, inondazioni sempre più frequenti, siccità e scioglimento dei ghiacci influiscono sulla qualità e la disponibilità dell’acqua e dei sistemi sanitari. “La crescita della popolazione, l’aumento del consumo e una domanda maggiore di acqua, in gran parte dovuta all’industrializzazione e all’urbanizzazione, – si legge nel Rapporto – stanno esaurendo le risorse idriche in tutto il mondo. I conflitti in tante parti del pianeta stanno mettendo a rischio l’accesso all’acqua sicura per i bambini”.

Coldiretti, in questo inverno -24% pioggia
Sembra un caso, ma domani, 23 marzo, sarà la giornata della meteorologia, che è una delle scienze che meglio studiano e tutelano l’acqua. Il meteo, infatti, gioca un ruolo fondamentale nel ciclo dell’acqua e nella distribuzione delle risorse idriche globali, oltre a ricoprire una funzione chiave nella valutazione dei cambiamenti climatici.
Lo sa bene la Coldiretti secondo cui quest’inverno si è chiuso con “il 24% di pioggia in meno” ed è “solamente l’ultimo segnale dei profondi cambiamenti nella disponibilità di acqua e nella distribuzione della pioggia in Italia, con la tendenza alla tropicalizzazione del clima che ha provocato danni alla produzione agricola nazionale, alle strutture e alle infrastrutture per più di 14 miliardi di euro nel corso di un decennio”. Secondo un ultimo monitoraggio dell’associazione, lo stato di riempimento del lago Maggiore è al 51,5%, quello del Lago di Iseo al 22,1% quello del Lago di Como al 17,1% mentre più positiva è la situazione del Garda con il 79,2%. Al Nord, in Piemonte e in Emilia Romagna il volume complessivo delle risorse idriche disponibili è ai livelli minimi dal 2010, ma in difficoltà sono anche la Lombardia, dove è già attivato da settimane l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici, il Trentino Alto Adige e il Veneto. Nel resto della Penisola la situazione è a macchia di leopardo con Abruzzo, Basilicata e Sicilia, che segnalano le più basse disponibilità idriche degli ultimi anni.
Il monito è sempre lo stesso: “Servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico”.