di Annarita D’Agostino

Sul futuro di Alitalia la situazione si conferma critica. Nonostante l’amministratore delegato abbia escluso l’avvio di una procedura di mobilità, non c’è nessun passo indietro sui tagli shock del piano industriale – oltre 2000 esuberi, un forte ridimensionamento della flotta, tagli retributivi – e dunque la situazione, per definizione dello stesso ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, resta critica.
L’unico punto di accordo fra governo, sindacati e azienda è stato raggiunto con la decisione di avviare tavoli tecnici per l’approfondimento dei vari aspetti del piano voluto dai manager della ex compagnia di bandiera. Il governo conferma l’impegno a mediare ma esclude qualsiasi intervento diretto, anche se i tecnici dei ministeri del Lavoro, dei Trasporti e dello Sviluppo economico parteciperanno ai tavoli. Non è stato definito un calendario dettagliato, ma l’obiettivo è raggiungere una prima sintesi entro fine mese: “Abbiamo cominciato a lavorare e continueremo a lavorare. Dobbiamo fare approfondimenti” ha dichiarato Delrio dopo l’incontro. In assenza di passi avanti, i sindacati confermano lo sciopero del 5 aprile e chiedono al più presto maggiori dettagli, soprattutto sull’andamento economico della società, a conferma del fatto che i costi del personale non sono l’unico problema della compagnia e che non è credibile definire il piano “forte e sostenibile” con “obiettivo primario – ha detto l’ad Cramer Ball al termine del confronto – la sopravvivenza della compagnia” quando sul tavolo ci sono solo tagli al personale e ai mezzi ma nulla sulle strategie industriali.
Intanto, su la Stampa trapela l’ipotesi di una garanzia pubblica di 200 milioni di euro per sbloccare l’impasse, che si aggiungerebbero ad altri 200 messi sul piatto dal socio Etihad. Secondo il quotidiano torinese, le banche azioniste, Intesa Sanpaolo e Unicredit, avrebbero chiesto l’intervento del governo per adottare una soluzione simile a quella prevista per l’Ilva di Taranto, ossia un contingent equity che, evitando una procedura di infrazione per aiuti di Stato da parte dell’Europa, consentirebbe di fornire liquidità ad Alitalia qualora non si dovessero raggiungere gli obiettivi programmati. Ma l’intervento sarebbe subordinato all’accordo fra sindacati e azienda che, per ora, resta lontano.