di Annarita D’Agostino

Milano ci crede e si candida a diventare polo d’attrazione di imprese, capitali e istituzioni di respiro internazionale raccogliendo l’eredità che Londra lascia uscendo dall’Unione Europea. E’ questo l’obiettivo del progetto che è stato presentato durante l’incontro “Milano, capitale europea della finanza”, promosso dal vice ministro dell’Economia, Luigi Casero, e dal presidente della Commissione Finanze della Camera, Maurizio Bernardo.
Già pronta una proposta di legge che vuole trasformare Milano in un distretto finanziario che, nel rispetto di norme nazionali e comunitarie, potrà offrire una fiscalità di vantaggio agli investitori stranieri, con la cooperazione di Comune e Regione. “Con la risoluzione 7/01138, accolta in Commissione lo scorso gennaio con parere positivo del Governo, abbiamo intrapreso un percorso – spiega Bernardo – che ci ha permesso di tradurre la nostra proposta in un disegno di legge, che prevede alcune nuove soluzioni concrete per gli investitori stranieri per la semplificazione amministrativa e in materia fiscale sia a livello nazionale che locale”. Il distretto finanziario, infatti, “prevede alcune agevolazioni di carattere fiscale ma anche amministrativo e urbanistico, nell’ambito dell’insediamento di aziende straniere”. Le agevolazioni, ha proseguito Bernardo, “devono toccare più temi, anche in materia di lavoro, di agevolazioni che devono essere date alle aziende straniere rispetto a delle garanzie che dovranno essere fornite a tutela degli occupati anche italiani”. “L’idea – continua – è quella di fare sistema con la società civile” attraverso una ‘Consulta di esperti’ formata da 130 membri fra esponenti della società civile, vertici delle categorie produttive e rappresentanti degli ordini professionali, chiamati ad elaborare soluzioni concrete.
Secondo il viceministro dell’Economia, Luigi Casero, “Milano, come lo è stata in passato, deve essere la locomotiva del paese”. E per realizzare questo progetto la partecipazione della società civile è essenziale: “L’associazionismo è la grande forza dell’Italia e sarà determinante per raggiungere il nostro ambizioso obiettivo anche a livello internazionale” non solo sul versante fiscale, ma “si pensi – ha aggiunto – anche alla giustizia civile e al lavoro”.
L’idea ottiene la benedizione della Consob che, con il suo presidente, Giuseppe Vegas, sostiene che la Brexit “è una buona opportunità e Milano è una città molto attraente”. “Il Governo ha già introdotto delle iniziative di agevolazione fiscale per chi si trasferisce in Italia, forse qualche ulteriore affinamento si può fare. Si può pensare anche, per le imprese che si delocalizzano, a un periodo transitorio”.
Intanto, la vocazione internazionale di Milano trova apprezzamento nella candidatura per ospitare l’Agenzia europea dei medicinali (Ema), il cui insediamento, secondo un sondaggio realizzato dalla società Swg, è auspicato dal 75% dei milanesi, che considerano adatta la loro città ad ospitare le agenzie dell’Unione europea.
Tuttavia, come osserva il viceministro Casero, non sarà semplice creare l’assetto regolamentare idoneo, in particolare per evitare la scure dell’infrazione delle norme europee sugli aiuti di Stato. Inoltre Milano non è l’unica candidata a rimpiazzare Londra come regina della finanza europea e, soprattutto, non può aspettare i tempi tradizionalmente ‘biblici’ della politica italiana: Downing street ha infatti annunciato l’avvio ufficiale della Brexit per il prossimo 29 marzo. Il tempo stringe e, per battere la concorrenza, bisognerà rimboccarsi (subito) le maniche.