di A.D.

Dopo una prima reazione “pallida”, i vertici della Federazione nazionale della stampa italiana si mobilitano contro la decisione del governo di indire una gara europea per rinnovare le convenzioni con le agenzie di stampa. Dopo aver esaminato la situazione nel corso di una riunione con i rappresentanti dei comitati redazione delle agenzie di stampa, i vertici della Fnsi hanno espresso, insieme ai cdr, “preoccupazione per le incertezze e le esitazioni del governo nella messa a punto delle regole per l’accesso ai servizi. Il rispetto delle norme sulla  concorrenza non può tradursi nella chiusura di attività e nella distruzione di posti di lavoro. Per questo, la definizione delle regole non può non tenere conto della specificità del settore dell’informazione che, a differenza degli altri comparti dell’industria, ha rilevanza costituzionale perché incide sulla vita  democratica, garantendo ai cittadini il diritto a essere informati, e sugli interessi generali del Paese”.
Da un lato, l’Agenzia nazionale anticorruzione, con il suo presidente, Raffaele Cantone, sottolinea che, poiché il servizio svolto dalle agenzie di stampa è per conto pubblico ed è erogato da più soggetti, “è fungibile e si deve andare a gara, lo prevede il codice dei contratti”. Ma, dall’altro lato, lo stesso Cantone evidenzia che “ovviamente, poi, il legislatore ha la possibilità di cambiare le regole, rispettando le direttive comunitarie ed, eventualmente, utilizzando tutte le possibili procedure del codice dei contratti. Ovviamente in presenza dei presupposti”. Presupposti che sono certamente la salvaguardia dell’occupazione e del pluralismo dell’informazione, come evidenziato anche dal segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone.
Dunque, la gara europea non è inevitabile: “è la stessa Anac che non esclude – spiega il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso -, anzi esorta il Parlamento, il legislatore a prendere in mano e ad occuparsi della questione delle agenzie. Questo significa – ha aggiunto – che sono sicuramente maturi i tempi perché il legislatore affronti in un atto legislativo la messa a punto di norme organiche che vadano a regolare il settore della informazione primaria”. L’obiettivo deve essere comune: “arrivare ad una regolamentazione organica che eviti la gara europea” .