“Il tradimento del capitale” è stata la traccia della prima tappa, a Venezia, della conferenza programmatica dell’Ugl. Un percorso voluto fortemente dal segretario generale, Francesco Paolo Capone, in stretta sinergia con i sindacalisti presenti su tutto il territorio nazionale. In questo primo appuntamento si sono alternati sul palco dell’Hotel Ambasciatori (che ha ospitato l’evento) interventi di profondo spessore che hanno contribuito a rafforzare l’evento.
Ad inaugurare il dibattito Enea Passino e Sebastiano Costalonga, rispettivamente segretario provinciale Ugl Venezia e segretario regionale.
A seguire gli interventi dei segretari confederali:
Fiovo Bitti ha focalizzato l’attenzione su una lucida analisi del contesto economico e sociale in cui l’Italia si viene a trovare nell’Europa e rispetto agli altri Paesi europei. “Se Il mondo è cambiato – ha precisato – lo è anche l’Italia, che dal 2006 al 2016 si è impoverita in termini di crescita, di redditi, di produttività e demografia. Come uscire da questa situazione? Con investimenti in ricerca e sviluppo, ma l’Italia investe davvero troppo poco per riuscire ad invertire oggi e nel futuro questa preoccupante tendenza”.
Interessante anche l’intervento di Gildo Rossi che si è soffermato sul predominio della Finanza, sui suoi effetti devastanti sull’economia reale e sulle ‘piccole economie’ delle famiglie, dei lavoratori e delle pmi. “La ben nota situazione del debito pubblico italiano fa sì che l’Italia ma soprattutto gli italiani si trovino oggi nella condizione di dover riconquistare e in un certo senso riacquisire in termini economici la sovranità, perduta in nome degli interessi delle banche – e di una Bce che ha immesso nel sistema dosi massicce di liquidità che,però, è rimasta dentro il sistema bancario – e della spinta di un internazionalismo che sta, da qualche segnale, finalmente cedendo il passo a movimenti politici più ‘sovranisti’.
Il segretario confederale Ezio Favetta ha precisato che “il capitale ha tradito prima di tutto sé stesso da un punto di vista etimologico. Non è vero che la globalizzazione non ha regole, non ne ha per i piccoli imprenditori, per le piccole imprese e per i lavoratori. Ma sono molto chiare e precise per i grandi, andando sempre a loro vantaggio. Ma non è bastato perché si è cercato di togliere ai ‘piccoli’ oltre ai diritti anche gli spazi di democrazia e di espressione del pensiero. In questo solco si è inscritta la battaglia dell’Ugl per il No al referendum costituzionale del 4 ottobre. Non ci si può affidare solo a dati percentuali, sostiene Favetta, ci sono altri valori, altri ideali da prendere in considerazione e da riconquistare, dopo averli perduti o dopo aver rischiato quasi di perderli”.
Il dibattito è stato arricchito dall’intervento di Mirco Pozzati,
Costituzionalista dell’Università di Ferrara. “L’avvento della globalizzazione ha molti aspetti in comune con la prima rivoluzione industriale”. Dal punto di vista del diritto si è dichiarato perplesso per il fiscal compact, documento approvato dal consiglio europeo, composto dai rappresentanti di tutti i governi della Unione quindi da rappresentanti della politica. Una scelta non presa non all’unanimità e senza tenere in considerazione l’egemonia delle banche tedesche sugli stati piu deboli della UE”.
Sergio Berlato,consigliere regionale ritiene importante la presenza del sindacato Ugl sul territorio con il quale condivide valori ideali. “Abbiamo cercato in tutti i modi di contrastare l’Europa come superstato, che è esattamente il contrario dell’Europa dei Popoli. La politica deve riprendere il suo primato affinché tutto non si trasformi in una rincorsa al guadagno perché questo significa taglio ai diritti e al welfare. È in atto un vero e proprio cannibalismo tra banche – precisa – Il terremoto delle banche venete si sta trasformando in una specie di guerra, a rimetterci i piccoli risparmiatori, gli anziani che si sono illusi di mettere al sicuro i loro soldi nelle banche. Quindi iniziative come quella della Ugl sono di stimolo alla politica”.
Le conclusioni dei lavori sono state affidate al segretario generale.
“Onestamente devo dire che se fossi gia’ sicuro di dove stiamo andando come Paese non avremmo pensato a questa conferenza programmatica. Non abbiamo questa presunzione ma vogliamo contribuire alle ricerca di una soluzione, attraverso il contributo di tutti i nostri dirigenti e ci piacerebbe estenderlo anche alla base.
Il tradimento del capitale sta nel fatto che la finanziarizzazione della vita dei Paesi li ha costretti a vendere il proprio debito pubblico a potentati economici. Nella illusione della libera circolazione dei capitali ci sono caduti tutti, dalla sinistra alla destra. Quando avevamo la sovranità della moneta c’erano le svalutazioni competitive. Erano sistemi che creavano forti contraccolpi ma che allo stesso tempo consentivano agli Stati di avere un welfare, una dignità sociale del lavoro, delle opere pubbliche. Oggi la svalutazione competitiva si sta facendo sul prezzo del lavoro e questa è una follia sulla quale ci stiamo interrogando. Caduta la barriera psicologica del muro di Berlino tutti si sono buttati sul mercato ma prima di tutti e meglio di tutti lo ha fatto la finanza. La legislazione UE ha piena vigenza se non danneggia gli Stati nazionali, ma questo non vale per l’Italia. Stiamo perdendo aziende, diritti, welfare. Quello che ancora funziona che ha consentito di reggere i coli della crisi è solo quello familiare, ma tutto questo ad un certo punto finirà. Mi piacerebbe lanciare uno slogan che non è il mio, ma di un sociologo e filosofo francese marxista, Michel Clouscard, che disse è possibile la destra dei valori e la sinistra del lavoro. Ritengo che questa bella ed efficace definizione identifichi perfettamente l’Ugl, un unicum nel mondo sindacale nazionale e internazionale”.