di A.D.

Ambulanti di nuovo in piazza contro la direttiva Bolkestein. A Roma, centinaia di venditori, insieme a tassisti e balneari, hanno bloccato la città con una grande manifestazione a piazza della Repubblica. Le bandiere “No Bolkestein” e gli striscioni “No Bolkestein, direttiva ammazza ambulanti” e “Fuori i mercati dalla Bolkestein” sintetizzano le ragioni di una protesta che l’Ugl, insieme al Goia, sostiene dal 2004, quando il provvedimento fu presentato dalla Commissione europea. Includere il settore nella liberalizzazione dei mercati, mettendo in gara il rinnovo delle licenze senza garanzie, mette in pericolo la tenuta di un settore che si basa sulla piccola impresa autonoma, poiché le grandi società di capitali fagociteranno i ‘pesci piccoli’.

Il segretario nazionale dell'Ugl Terziario, Luca Malcotti, interviene alla manifestazione No Bolkestein di Roma

Il segretario nazionale dell’Ugl Terziario, Luca Malcotti, interviene alla manifestazione No Bolkestein di Roma

Arrivati da tutta Italia, gli ambulanti in piazza della Repubblica rivendicano dunque l’esclusione del comparto dall’applicazione del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, con il quale il legislatore italiano ha dato attuazione alla direttiva 2006/123/CE, la cosiddetta Direttiva Bolkestein. Come spiega all’agenzia di stampa Dire il presidente del Goia, Giancarlo Nardozzi, “abbiamo accettato questi 2 anni di proroga (con il decreto Milleproroghe, ndr.) molto blandi in cui chi vuole va avanti e chi non vuole no: noi a Torino già da novembre siamo stati i primi a bloccare i bandi insieme all’amministrazione Appendino”. Ma la proroga non è la soluzione: “chiediamo che questa proroga venga confermata a livello nazionale – prosegue Nardozzi – e poi vogliamo uscire dalla direttiva perché gli ambulanti non ci dovevano proprio entrare: siamo stati gli unici in tutta Europa”.
Dopo le ennesime pressioni della piazza, qualcosa si muove: il gruppo del Pd alla Camera va in pressing sul governo presentando una mozione che chiede di “rivedere il decreto di attuazione alla Direttiva Bolkestein escludendo il commercio su aree pubbliche o stabilendone l’applicazione secondo modalità che ne contengano le ripercussioni negative sul tessuto economico e sociale, anche mediante l’individuazione di criteri per la concessione delle autorizzazioni che tengano conto delle diverse caratteristiche e dimensioni degli operatori e dei luoghi in cui si svolge il commercio ambulante”.