di Annarita D’Agostino

Coraggio, c’è almeno un settore lavorativo in cui i giovani italiani hanno un primato europeo: l’agricoltura.
Secondo un’indagine di Coldiretti/Ixè, l’Italia è leader in Europa per il numero di giovani imprenditori in agricoltura, con 50.543 imprese condotte da under 35, una superficie superiore di oltre il 54 per cento, un fatturato più elevato del 75 per cento e il 50 per cento di occupati in più rispetto alla media. “Il crescente interesse delle nuove generazioni per il lavoro in campagna”, spiega l’associazione, ha consentito di introdurre “profonde innovazioni con attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche l’agricoltura sociale, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili”.
Nel nostro paese quasi un’impresa under 35 su dieci opera in agricoltura, raggiungendo quota 8,4%, e significativa è la predominanza del Sud dove, nella desertificazione industriale, un’oasi di ristoro è offerta dall’incremento degli investimenti nei campi, pari nel 2016 a ben il 52% dei giovani agricoltori, per un totale di 26.587 imprese condotte da under 35. Oltre a chi ha ereditato il mestiere di famiglia, il boom giovanile è determinato dalle new entry: “ben la metà è laureata – spiega Coldiretti -, il 57 per cento ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74 per cento è orgoglioso del lavoro fatto e il 78 per cento è più contento di prima. La scelta di diventare imprenditore agricolo è peraltro apprezzata per il 57 per cento anche dalle persone vicine, genitori, parenti, compagni o amici”.
Un miracolo ‘post-industriale’ che potrebbe essere ancora più pervasivo se i giovani non si scontrassero con le difficoltà burocratiche, di accesso al credito e di disponibilità dei terreni: in Italia, come spiega l’associazione degli agricoltori, “il costo della terra è in media 20mila euro, un valore superiore a quello di Germania e Francia. Dietro il valore medio si nasconde però una forte variabilità, con valori che partono dai mille euro all’ettaro dei pascoli della provincia di Catanzaro, con un ettaro di frutteto o vigneto nelle zone di produzione più celebri, dalla Toscana al Trentino Alto Adige, che può andare da 500mila a oltre un milione di euro ad ettaro”.
Le opportunità da cogliere sono consistenti: “Con l’avvio dei bandi previsti dai piani di sviluppo rurale approvati dall’Unione Europea ci sono opportunità di insediamento nell’agricoltura italiana per almeno ventimila giovani fino al 2020” afferma a Labitalia il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, sottolineando che “abbiamo di fronte un’occasione forse irripetibile per sostenere il grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana e la competitività delle imprese, ma occorre un dialogo costruttivo con la pubblica amministrazione per rendere più agevole e veloce l’accesso alle misure previste”.
Per Maria Letizia Gardoni, delegata dei giovani della Condiretti, “c’è un intero esercito di giovani che hanno preso in mano un settore considerato vecchio, saturo e inappropriato per immaginare prospettive future e ne hanno fatto un mondo di pionieri, rivoluzionari, innovatori e attivisti impegnati nel costruire un mondo migliore per se stessi e per gli altri”. “Dai campi – aggiunge – non viene solo una risposta alla disoccupazione e alla decrescita infelice del Paese, ma anche una speranza alla sconfitta dei nostri coetanei che sono costretti ad espatriare”.