di A.D.

L’Italia resta fanalino di coda dell’UE nell’economia digitale, e solo la Romania ha una performance peggiore: lo conferma il DESI, l’indice della Commissione europea che misura il percorso dei Paesi verso un’economia e una società digitalizzate. Nella classifica, il nostro paese è al 25mo posto, esattamente lo stesso raggiunto nella rilevazione dello scorso anno.
Nessun progresso, dunque, nell’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, salvo piccoli miglioramenti da parte delle imprese, nella fornitura di servizi pubblici e per la connettività, che però non possono colmare le distanze che separano il Bel Paese dal resto dell’Europa. La performance disastrosa nelle competenze digitali “rischia di essere un freno all’ulteriore sviluppo dell’economia e della società digitali”, scrive la Commissione.
Entrando nel dettaglio dei dati, emergono lievi incrementi degli utenti di internet (67% nel 2016 rispetto al 63% del 2015) e delle competenze di base (44% rispetto a 43% del 2015). Anche se la diffusione dell’informazione online cresce, la media europea è ancora lontana (60% contro 70%). In crescita l’uso dei social network (da 58% a 60%), mentre cala quello dell’home banking (da 43% a 42%, media UE del 59%).
Altrettanto modesti sono i miglioramenti nell’e-commerce: sale il numero di quelli che fanno shopping online (41% rispetto al 39% del 2015), ma sempre lontano è l’orizzonte europeo (66%).
Solo nel settore giochi, musica e video gli italiani battono il resto d’Europa, con il 79% degli utenti che usa internet contro la media del 78%. Bene anche la digitalizzazione delle imprese: il 30% usa l’ ‘eInvoicing’, la fatturazione elettronica, mentre l’Europa si ferma al 18%, però le piccole e medie imprese italiane restano indietro. Segnali deboli, e sporadici, che non scalfiscono il digital divide nazionale.