Con lo slogan “Emergenza Abruzzo” centinaia di persone sono arrivate oggi a Roma dalle Province e dai Comuni della regione per manifestare davanti a Montecitorio contro “gli scarsi provvedimenti contenuti all’interno del secondo dl sisma, in via di conversione”. Una delegazione di esponenti istituzionali è stata ricevuta alla Camera dei Deputati e a Palazzo Chigi.

Fonte Agenzia Dire - Protesta dei comuni e delle province dell'Abruzzo

Fonte Agenzia Dire – Protesta dei comuni e delle province dell’Abruzzo

“L’Abruzzo merita rispetto, soprattutto dal governo – ha dichiarato il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco -, e certezze sul futuro senza alcuna esitazione viste le tragedie che si sono consumate sul suo territorio, a cominciare dall’albergo di Rigopiano”. “Le Province dell’Abruzzo non possono più sottacere alla situazione di grave emergenza che stanno vivendo e si oppongono – ha sottolineato Di Marco – all’attuale fase di stallo. I parlamentari prendano in mano la situazione e predispongano risposte utili secondo quanto previsto dal loro ruolo”.
Per i tanti piccoli Comuni che si sentono abbandonati parla il vicesindaco di Basciano, poco più di 2000 abitanti nel teramano: “noi a Basciano abbiamo 4 chiese, e sono tutte e 4 cadute. Gli sfollati sono 150 su 2mila abitanti. Eppure ospitiamo anche un’ottantina di migranti. Delle 4 scuole che abbiamo, non ce n’è una sola che sia a norma. Siamo gente orgogliosa. Non ci facciamo sentire. Ma ora è il momento di darci una mano”, spiega Ercole De Filippo.
Secondo quanto dichiarato dalla senatrice del Pd eletta in Abruzzo, Stefania Pezzopane, nell’area ‘fuori Cratere 2009’ “gli Uffici territoriali per la Ricostruzione sono chiusi per mancanza di personale. E’ vergognoso ed allucinante – ha sottolineato -, visto che nel decreto enti locali sono state messe le risorse adeguate per coprire le esigenze, ben 500 mila euro disponibili da giugno 2016. Invece per inghippi e strane interpretazioni, le amministrazioni comunali hanno dovuto anticipare i compensi di tutti gli addetti alle relative e imprescindibili attività tecnico-amministrative e ora non hanno più fondi”.