di Annarita D’Agostino

Via libera all’unanimità della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome al riparto dei fondi per il Servizio sanitario nazionale per il 2017. Per l’utilizzo dei 112,578 miliardi di euro – rimasti a disposizione dopo il taglio di 422 milioni alla dotazione iniziale per l’anno in corso – viene introdotto anche il criterio della deprivazione socio-economica e dell’incidenza della vecchiaia sulla popolazione. Viene poi istituito un fondo speciale di 10 milioni di euro per l’assistenza sanitaria nelle zone del Centro Italia colpite dal sisma.
Commentando l’accordo raggiunto, il presidente della Conferenza e governatore della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha sottolineato l’importanza delle novità introdotte e spiegato che “c’è soddisfazione perché, per il secondo anno consecutivo, lo facciamo all’inizio dell’anno e non alla fine. Questo per le regioni significa poter programmare le risorse che, arrivando prima, possono dare seguito a quello che avevamo deciso con il ministero sul nuovo piano vaccinale, i nuovi Lea e altre priorità”. Priorità che sono state messe in discussione dall’ennesimo taglio al fondo, il quale avrebbe dovuto gravare sulle regioni a statuto speciale ma, poiché queste non hanno raggiunto un accordo con il governo e hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale, ci sarà un supplemento di manovra a carico delle regioni a statuto ordinario. Sulla questione è intervenuto anche il ministero della Salute, precisando in una nota che il nuovo taglio non avrà ripercussione sui nuovi Lea e sui nuovi Nomenclatori protesici, il cui decreto ha “adeguata copertura finanziaria”. “Per questa specifica finalità – ha spiegato il ministero in una nota – sono stati vincolati con legge 800 milioni di euro per anno” e “il Fondo Sanitario Nazionale nel 2017 è stato aumentato di 2 miliardi di euro e nel 2018 di un ulteriore miliardo di euro”.
Soddisfatte le regioni: per la Puglia, il presidente Michele Emiliano ha dichiarato che “con questo piano di riparto, possiamo affrontare il futuro nonostante la riconversione fatta, nel primo anno di governo, di ben 10 ospedali che è stata una cosa molto dura e della quale ringrazio tutte le comunità”. Più cauto il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, il quale, pur esprimendo soddisfazione per l’intesa, evidenzia che “il Fondo sanitario cresce meno di quanto sarebbe stato necessario, sarà comunque un riparto molto complicato da gestire  in termini di bilancio. Ma per la Liguria è confermata la parte del criterio dell’anzianità della popolazione e si inserisce un ragionamento sulla deprivazione che alcune Regioni, Campania in testa, ritengono utile e che tutti riteniamo utile”.