Paola Clemente lavorava in un tendone sotto al sole rovente nelle campagne di Andria, quando quel 13 luglio del 2015, cadde a terra senza vita. Soffriva di cardiopatia e dopo due ore dall’inizio della sua giornata nei campi è stata colpita da infarto. Oggi le indagini hanno portato all’arresto di sei persone ritenute responsabili di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravato e continuato, truffa aggravata e truffa ai danni dello Stato.  La legge anti caporalato dunque, se applicata, è una risposta. L’Ugl questo lo aveva detto da mesi, specificando però che la strada da fare per la regolamentazione e la tutela della dignità dei lavoratori agricoli è ancora lunga.
La vicenda. E’ stato il confronto delle effettive giornate lavorative, annotate dai singoli braccianti su agende o calendari, con i dati ufficiali della società di lavoro interinale, che ha permesso di ricostruire come sono andati i fatti, facendo venire alla luce un sistema di sfruttamento che lo stesso procuratore di Trani, Francesco Giannella, definisce una forma di “caporalato moderno, che si è concretizzato esclusivamente attraverso l’intermediazione di un’agenzia interinale”.
In sostanza, i braccianti erano oggetto di un sistematico sotto-pagamento: venivano riconosciute meno giornate lavorate e omesse tutte le indennità, come trasferte o straordinari, normativamente previste. Le braccianti sfruttate nei campi – secondo la Procura di Trani – percepivano ogni giorno 30 euro per 12 ore di lavoro: dalle 3.30 del mattino, quando prendevano il pullman per arrivare nei campi, alle 15.30, quando ritornavano a casa. Il loro compenso, in base ai contratti di lavoro, sarebbe dovuto essere di 86 euro. A livello contrattuale il gioco è stato ancora più subdolo, un vero e proprio àut àut: o si accettava di lavorare mediante agenzia interinale ma facendosi riconoscere meno giornate lavorative, oppure si poteva tranquillamente cercare un altro lavoro, magari in nero con tutte le conseguenze del caso.
Contestualmente all’esecuzione delle misure custodiali, i finanzieri ed i poliziotti hanno eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per l’importo di oltre € 55.000, quale valore complessivo dei contributi spettanti ai braccianti agricoli a seguito del sotto-pagamento nonché indebiti contributi percepiti dall’arrestata.
“La tragedia di Paola Clemente – ha spiegato all’Ansa il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina all’ANSA – e’ ancora viva in tutti noi, la legge contro il Caporalato proposta dal nostro governo con le parti sociali e con il sostegno quasi unanime del parlamento ha segnato un punto di svolta. La nostra battaglia per la legalità e la dignità del lavoro continua”.