di Giovanni Magliaro – Responsabile Ufficio Legale Ugl

Avv Giovanni Magliaro

Avv Giovanni Magliaro

Dal documento politico approvato all’unanimità del Secondo Congresso UGL febbraio 2006

omissis

“Gli aspetti negativi della globalizzazione sono costituiti dal predominio del determinismo economico e della speculazione finanziaria che agiscono, in nome di un preteso spontaneismo di mercato, al di fuori di ogni regola.

L’Unione Generale del Lavoro è convinta della necessità che tale predominio venga ridimensionato, che la politica torni al servizio della società civile e l’economia ridiventi uno strumento della politica e che si pongano regole condivise ai processi di globalizzazione. Obiettivo non facile da raggiungere ma possibile.

La globalizzazione, pur agevolata dalle nuove tecnologie soprattutto quella informatica, non è sorta per caso ma è frutto anzitutto di scelte politiche degli Stati di deregolamentare e di liberalizzare le economie nazionali, in altri termini di spogliarsi progressivamente di ogni potere di controllo sulle forze economiche. Ma oggi alcuni aspetti della globalizzazione, come la precarizzazione del lavoro, l’aumento delle disuguaglianze economiche all’interno di una nazione e tra le diverse nazioni, il rischio di disgregazione sociale preoccupano quegli stessi Stati e le loro società civili non solo per ragioni politiche e morali ma anche con riferimento alla tenuta del sistema e allo sviluppo economico.

Pertanto la prima risposta che si pone evidente è quella della riaffermazione del ruolo attivo dello Stato nei processi economici, ruolo indispensabile per stabilire la priorità degli interessi collettivi rispetto a quelli individuali o di gruppo.

La politica economica deve riacquistare il suo ruolo fondamentale che è quello di favorire una crescita equilibrata che crei sviluppo ed occupazione, di promuovere una equa redistribuzione del reddito tra i cittadini attraverso gli strumenti macroeconomici a disposizione come la politica fiscale e la politica dei redditi. Il vuoto politico della globalizzazione deve in sostanza essere colmato dallo Stato nell’esercizio della sua sovranità e attraverso la cooperazione internazionale.

Il mercato finanziario globale esprime un potere di enorme portata che trascende i confini nazionali e detta le sue decisioni alle economie e di riflesso alle società civili dei singoli Stati, coadiuvato da FMI,  WTO e Banca Mondiale. Non si può continuare ad accettare passivamente che il “giudizio” dei mercati finanziari, che attualmente operano senza regole se non le loro proprie, determini le politiche economiche degli Stati e condizioni i livelli di vita e di lavoro delle nazioni. La necessità di regole riferite al movimento internazionale dei capitali viene sostenuta ormai negli stessi ambienti finanziari e la stessa ONU ha costituito una apposita Commissione per la global governance. Il problema è insomma largamente condiviso e va portata avanti la ricerca di soluzioni adatte a risolverlo.