Il datore di lavoro non può accedere in maniera indiscriminata alla posta elettronica o ai dati personali contenuti negli smartphone che i lavoratori hanno in dotazione, ma deve rispettare nel loro utilizzo la normativa vigente. Lo ha ribadito il Garante della privacy, vietando ad una multinazionale l’ulteriore utilizzo dei dati personali trattati in violazione di legge e prevedendo sanzioni amministrative.
A seguito di un reclamo presentato da un ex dipendente, l’Autorità ha accertato che la società in questione non aveva adeguatamente informato i lavoratori sulle modalità e finalità di uso degli strumenti elettronici in dotazione, né su quelle relative al trattamento dei dati. Aveva inoltre  configurato il sistema di posta elettronica e gli smartphone in modo da conservare copia di tutte le comunicazioni per dieci anni e potervi accedere liberamente anche dopo la fine del rapporto di lavoro.
Il Garante ha spiegato che la disciplina in materia di controlli a distanza non consente il controllo “massivo, prolungato e indiscriminato dell’attività del lavoratore”, il quale deve inoltre essere informato in modo chiaro e dettagliato sia sull’utilizzo che sugli eventuali monitoraggi degli strumenti aziendali. Il datore di lavoro può verificare il corretto svolgimento della prestazione e l’adeguato uso degli strumenti professionali, ma deve sempre rispettare la privacy dei dipendenti.