Si profilano all’orizzonte ombre sinistre sull’andamento dell’inflazione, se per Confcommercio nella seconda parte del 2016 il mercato dei beni ha registrato una significativa battuta d’arresto.

Infatti l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato a dicembre 2016 una crescita dello 0,3% rispetto a novembre e dello 0,5% su base annua. Nel complesso del 2016 l’indicatore ha mostrato una variazione del +0,5%, in ridimensionamento rispetto a quanto rilevato nel 2015 (+1,1%), sintesi di una evoluzione meno favorevole per entrambe le componenti, beni e servizi. Il dato di dicembre, evidenzia la nota di Confcommercio, rappresenta un timido segnale di miglioramento ma vi sono ancora molti elementi d’incertezza che portano a non enfatizzare l’interpretazione come l’inizio di una fase più espansiva della domanda. In particolare il sentimento è tornato a diminuire a gennaio dopo il miglioramento di dicembre, riflettendo più che il peggioramento delle condizioni personali le preoccupazioni per le prospettive a breve dell’economia.

Di fronte ad un mercato in ridimensionamento nel 2016 è davvero difficile immaginare che possa accadere qualcosa di meglio nel 2017, alla luce di una disoccupazione soprattutto giovanile galoppante, di stipendi e pensioni inadeguati, di una politica industriale assente. Allo stesso tempo, con il mercato in stallo, diventa altrettanto difficile sperare che un aiuto alla crescita del Pil, essenziale per evitare una manovra correttiva da 3,4 miliardi, possa arrivare dalla cresciuta dell’inflazione.

Come se non bastasse c’è anche il pessimo segnale della contrazione dei prodotti alimentari dal 2007 al 2015 pari a -1,9%: gli italiani non si sono messi tutti a dieta, la situazione è peggiorata di anno in anno, ma qualcuno continua ancora a pensare di poter alzare di nuovo le accise per ridurre il rapporto deficit/pil del 2,3% così come chiesto dall’Ue.

L’incremento registrato in termini congiunturali dall’ICC a dicembre, dopo due mesi di stasi, è il risultato di un aumento sia della domanda relativa ai beni cresciuta dello 0,3%, sia della componente relativa ai servizi (+0,1%).

Per quanto riguarda le singole macro-funzioni di spesa, l’unico aumento significativo ha riguardato i beni e servizi per la mobilità (+1,2%), che hanno confermato il trend positivo grazie al recupero della domanda di auto e moto da parte dei privati.

In contenuto miglioramento è risultata la spesa per i beni e servizi per la casa (+0,3%), per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,1%), per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (+0,1%). Una variazione nulla ha contraddistinto, invece, la spesa per i beni e i servizi ricreativi, i beni e i servizi per le comunicazioni ed i beni e i servizi per la cura della persona.

La spesa per l’abbigliamento e le calzature è stabile, prosegue la nota. In termini tendenziali l’ICC di dicembre ha mostrato una crescita dello 0,5%, con un’accelerazione rispetto allo 0,1% di novembre. Il dato ha riflesso una crescita significativa della domanda di servizi (+1,9%) a cui ha corrisposto un calo dello 0,2% della spesa per i beni.