La forte ondata di maltempo che dallo scorso week end  – con neve e temperature polari – si è abbattuta su tutto il Centro –Sud continua a creare disagi, in particolare nelle zone già devastate dal sisma.

La Regione Abruzzo si appresta a chiedere lo stato di emergenza, dal momento che vaste aree delle province di Teramo, Pescara e di Chieti sono dall’alba prive di energie elettrica e dal momento che la situazione non è destinata a migliorare – secondo le previsioni del tempo – nelle prossime 48 ore. Ad Amatrice e ad Accumoli, due dei borghi distrutti dal terremoto, nevica abbondantemente e tutte le strade della zona sono percorribili solo con difficoltà. Nel pomeriggio il ministro della difesa Roberta Pinotti ha annunciato l’invio dell’esercito nelle zone maggiormente in difficoltà; il presidente della regione Luciano D’Alfonso aveva sollecitato l’intervento delle forze armate; il sindaco di Chieti dal canto suo aveva dichiarato di non saper più dove mettere la neve caduta nelle ultime 24 ore.

In Abruzzo in mattinata erano oltre 300mila le persone che erano prive di elettricità a causa dell’interruzione delle linee. La Regione Abruzzo ha avviato le procedure per la richiesta dello stato di emergenza nazionale, nonostante l’ondata di maltempo sia ancora in corso, con nevicate intense previste almeno fino a domani. Il manto ha superato il metro di altezza in molte località. La situazione è peggiore anche dell’eccezionale ondata di maltempo del marzo 2015, quando rimasero disalimentate circa 120mila utenze (circa 250mila persone). Sempre nel Teramano la mancanza di energia elettrica sta avendo ripercussione anche sulla distribuzione dell’acqua: almeno 5mila le famiglie in difficoltà mentre l’ospedale di Atri ha un’autonomia di alcune ore; in alcuni paesi della provincia di Chieti il blackout è stato scongiurato grazie a gruppi elettrogeni. Danni anche a Città Sant’Angelo (Pescara) dove sotto il peso della neve è crollata la tribuna dello stadio.

Al momento le utenze senza luce sono circa 20mila di cui 12mila nell’Ascolano, 2.500 a Fermo, 2.200 a Macerata e 1.000 a Pesaro. Le squadre dell’Enel, arrivate anche da fuori regione, sono al lavoro per ripristinare al più presto il servizio (Fonte Corriere.it).

A Genova è emergenza roghi

 L’incendio che ha devastato la collina sopra sant’Ilario, a Nervi, potrebbe esser stato generato da un fuoco acceso da alcuni operai per scaldarsi mentre il rogo di Pegli avrebbe origini quasi certamente dolose. Lo si apprende da fonti investigative qualificate.

“La situazione è molto critica e complessa ma per il momento è sotto controllo. Siamo in grado di tamponare la situazione. Non aiutano le condizioni meteo, in particolare il forte vento che alimenta le fiamme”. Così il sindaco Marco Doria a Palazzo Tursi in Consiglio comunale fa il punto sugli incendi che a Nervi e Pegli circondano la città. “I primi focolai si sono sviluppati sopra Nervi nel pomeriggio di ieri ma l’intervento dei vigili del fuoco e dei volontari è stato tempestivo – sottolinea -. Pochi nuclei familiari sono stati sfollati e subito rientrati, i disagi alla circolazione sono stati pesanti a causa della chiusura dell’autostrada. Invito tutti i genovesi a fare grande attenzione per garantire la percorribilità delle strade sulle alture”. Da stamattina a Pegli “è aperto un secondo fronte di incendio – ha detto ancora Doria -, più critico rispetto a quello di Nervi, con un numero maggiore di famiglie sfollate. Una delle criticità è che le fiamme hanno toccato la parte alta del parco di Villa Durazzo Pallavicini”.

C’è un indagato per l’incendio scoppiato a Nervi e che ha devastato le colline del levante genovese. Il pm Cristina Camaiori ha iscritto nel registro degli indagati un operaio di 45 anni che lavora per una società che svolge appalti per Autostrade. L’uomo, secondo i carabinieri forestali, stava lavorando alla sistemazione di un paramasso sulla A12 nei pressi dell’area di servizio di Sant’Ilario quando gli è caduto il flessibile. Dall’utensile sono partite scintille che hanno innescato il rogo. E’ accusato di incendio colposo. Al vaglio la posizione di altri due colleghi.

Sono tutti rientrati gli oltre 300 sfollati costretti a abbandonare la propria abitazione a Pegli, nel quartiere Orizzonte, a causa del vasto incendio sulle colline del piccolo comune genovese. Lo si apprende dal Coc del Comune di Genova. Il Coc comunica che in tutto sono attivi 50 volontari anti-incendio boschivo nel levante e 50 nel ponente per le operazioni di spegnimento delle fiamme. Il Comune di Genova inoltre raccomanda lo sgombero delle strade dai veicoli per non ostacolare il lavoro dei mezzi antincendio.

Tre scuole sono state chiuse in Val Varenna perchè minacciate dalle fiamme. La decisione di non far svolgere le lezioni è stata presa autonomamente dai dirigenti scolastici. Lo rende noto l’assessore comunale alla Scuola Pino Boero. Le scuole sono la Scuola dell’infanzia Val Varenna, la Scuola media Alessi e il Liceo Mazzini in piazza Bonavino. Due persone sono state sfollate dalla loro abitazione e ricoverate in ospedale. Tra Pegli e la Val Varenna operano 3 Canadair, un elicottero, 40 volontari, squadre di vigili del fuoco (fonte Ansa).