Otto ore di incessanti ricerche, tra speranza e angoscia, poi, attorno alle 22.45, la tragica conferma: Debora Catinari e la figlia Aurora di 8 anni non ce l’hanno fatta, sono morte sotto le macerie della loro abitazione.

Il terribile incidente è avvenuto ad Acilia, periferia di Ostia, alle ore 14 circa di ieri lo scoppio di una bombola di gas, molto probabilmente, ha letteralmente inghiottito una palazzina di due piani al civico 36 di via Giacomo della Marca.

Immediata la richiesta di soccorso: i caschi rossi giunti tempestivamente sul posto hanno scavato un’intera giornata tra le macerie che circondavano lo scheletro dello stabile: la speranza era quella di poter portare tutti in salvo. Ma, purtroppo, non è stato così.

Una coppia cingalese residente in uno degli appartamenti viene ben presto rintracciata, non erano in casa fortunatamente, poi dai detriti vengono estratti un uomo e una donna, sono il fratello e la moglie della vittima. Sono feriti, la donna in maniera grave e viene trasferita in eliambulanza al Policlinico Gemelli.

All’appello mancano ancora Debora Catinari e la figlia Aurora, mentre arrivano il figlio di 15 anni Lorenzo e il marito Massimiliano, il primo era fuori casa per fare una piccola commissione, il secondo si trovava a lavoro. mancavano all’appello due persone: mamma e figlia per l’esattezza. Ma più ore passavano, più le speranze di trovarle ancora in vita –  sotto quella montagna di macerie e detriti –  si sono affievolite.

Ora restano da accertare le cause di quanto accaduto. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per disastro colposo, secondo quanto appurato finora ad esplodere sarebbe stata una bombola del gas, non si sarebbe trattato di una perdita dall’impianto.

NUOVO SOPRALLUOGO

Nuovo sopralluogo delle autorità competenti stamattina sul luogo del crollo della palazzina di Acilia, nel quadrante sud di Roma, in cui sono decedute madre e
figlia di 8 anni. L’area e’ stata posta sotto sequestro e il magistrato affidera’ oggi una perizia tecnica per capire con esatezza le cause del crollo. Al momento l’ipotesi piu’
accreditata rimane quella della fuga di gas che potrebbe essere stata provocata da alcune bombole che si trovavano al pian terreno dello stabile. A causa della deflagrazione sono rimaste danneggiate anche le facciate di edifici circostanti. Le due
salme, estratte dopo ore dalle macerie dai vigili del fuoco, sono state trasportate al policlinico di Tor Vergata per l’autopsia. Sulla vicenda indagano i carabinieri di Ostia.

SVOLTA SULLE INDAGINI

Per il crollo della palazzina finiscono nel mirino tre cingalesi, che potrebbero essere chiamati a rispondere di pluriomicidio colposo per la morte delle due donne.

A quanto sembra c’erano arretrati di affitti e bollette non pagati che avevano costretto le società di gestione a tagliare il servizio. I proprietari avevano più volte litigato con gli inquilini minacciandoli di denunciarli per l’uso di bombole non a norma.

E adesso i tre cittadini dello Sri Lanka sono chiamati a dare delle spiegazioni, come sottolinea un articolo del “Messaggero”: i fusti utilizzati sia nell’appartamento che sul balcone erano probabilmente pericolosi e quei cingalesi potrebbero presto finire nel registro degli indagati.

La Procura di Roma sta lavorando su tre punti: un tubo del gas che pare non sia a norma, un allaccio abusivo, bombole di ossigeno ritrovate nello studio dentistico sotto l’appartamento, che potrebbe aver fatto da detonatore. Sarebbero due le esplosioni: la prima partita dai locali dei cingalesi, in seguito a una dispersione di gas, la seconda qualche minuto dopo, con il gpl che entra in contatto con gli apparecchi del laboratorio del dentista. I tecnici sono convinti che non può esserci soltanto una bombola all’origine del disastro.

I cingalesi si difendono assicurando di aver sempre usato le dovute cautele nell’utilizzo delle bombole. Nel frattempo, si procede contro ignoti per disastro colposo e omicidio colposo (fonte Tgcom24 – articolo aggiornato il 30-12-16).