Federazione Ugl Trasporto Aereo

Sono alcuni mesi che tutte le lavoratrici ed i lavoratori di Alitalia sentono parlare dell’evoluzione di una pesante crisi che oggi viene rappresentata con virulenza agli occhi di tutti.

Con l’arrivo nella scorsa primavera del nuovo Amministratore Delegato, la dirigenza Alitalia ha iniziato a lavorare per l’elaborazione di un nuovo Piano Industriale che ancora oggi, tuttavia, non ci è dato conoscere.

Già, perché quello che ci è stato presentato nella serata del 22 dicembre scorso non è un piano industriale degno di tale nome, ma una mera rappresentazione di situazioni e fatti che più o meno erano già stati dati “in pasto” alla stampa e che non descrivono il contenuto di un progetto industriale, né tantomeno, né disegnano le soluzioni.

Un piano industriale che sia meritevole di questo termine, descrive in modo organico le direzioni strategiche dell’impresa, i principali obiettivi economici ed anche le azioni che saranno intraprese per il perseguimento di tali risultati, entrando nel dettaglio di ogni singolo aspetto della filiera o segmento operativo.

Oggi, quindi, non si può stante le informazioni esistenti, esprimere una valutazione compiuta e quindi le richieste aziendali di seguito elencate, sono per Ugl Trasporto Aereo, tutte da dimostrare in assenza del quadro d’insieme.

In primis, Alitalia ci ha chiesto di rinegoziare i contratti di lavoro di tutto il personale anche prevedendo un ridimensionamento degli organici e volendo attuare il congelamento degli automatismi contrattuali, durante i prossimi due mesi.

Lo stato dell’arte ci consegna inoltre la seguente situazione, frutto del combinato disposto delle dichiarazioni dell’A.D. e di ciò che ci è stato comunicato nella serata del 22 dicembre ovvero, che Alitalia è intenzionata a tagliare un numero di aeromobili di medio raggio oscillante tra 10 e le 20 macchine, della necessità di rinegoziare i contratti di leasing, di rivedere ogni fonte di costo diretto ed indiretto (manutenzione, handling, fornitori ecc), per riuscire ad ottenere un abbattimento di costi di circa 300 milioni di euro.

Possibile, sempre secondo le dichiarazioni aziendali, l’ingresso di numerose macchine di lungo raggio (anche sino a trenta unità) ma questa situazione è collegata all’esito finale della trattativa in essere con Air France/KLM e Delta oltre che alla volontà degli azionisti di procedere effettivamente con la ricapitalizzazione, fatto questo che verrà valutato all’esito del periodo concesso.

La riunione del 22 dicembre segna quindi certamente l’avvio del negoziato sulla vertenza Alitalia, il calcio d’inizio di una partita che tuttavia per essere giocata necessità della diffusione e valutazione di tutti gli ineludibili elementi d’insieme.

Apprezziamo e va detto, gli sforzi che hanno consentito di trovare un accordo tra gli azionisti che ci mette, però – è bene ricordarlo – in condizioni temporali assai preoccupanti: sessanta giorni di tempo per una soluzione.

Siamo attenti osservatori dello stato di salute di Alitalia che certamente non brilla e che descrive, di fatto, il fallimento di un progetto di rilancio davvero auspicato.

Questa nuova crisi è determinata in massima parte, dall’assenza di una Cabina di Regia sul Trasporto Aereo, di una politica distratta da altri temi, piuttosto che operare per attivarsi con iniziative di vigilanza per l’applicazione di regole nel Trasporto Aereo valide per tutti ad esempio, nei confronti dei Vettori Low Cost, responsabili primari del proliferare di crisi a ripetizioni in un settore ormai devastato, irriconoscibile e praticamente alla deriva.

Nei prossimi giorni proseguirà il confronto con Alitalia e solo quando ci sarà data la possibilità di conoscere in profondità il piano industriale, lo potremo valutare; lo faremo con precisione senza fare sconti a nessuno nell’interesse di tutti i lavoratori.

E’ però necessario questa volta la massima unità, perché questa è un’altra difficilissima partita.