Quattro amici al bar avrebbero fatto di meglio ma, soprattutto, avrebbero prodotto più o meno le stesse “conseguenze” – cioè zero!- per il dipendenti pubblici; lo strombazzato rinnovo del CCNL degli “statali”, infatti, è una balla o, meglio, una promessa tra le tante che il Governo Renzi ha diffuso a piene mani in vista del voto di domani sulla riforma della Costituzione.
Dopo sette anni di blocco e una clamorosa sentenza della Corte Costituzionale che ha costretto il Governo a rimettere in discussione il blocco della contrattazione, l’accordo raggiunto a Palazzo Chigi tra la ministra Madia ed i Segretari di CGIL, CISL e UIL non affronta nessuna delle questioni che realmente stanno a cuore alle lavoratrici ed ai lavoratori limitandosi a “sparare” una somma, 85 euro, che non significa nulla e che non trova alcun riscontro nel bilancio dello Stato.
Siamo, insomma, in pieno genere “Fantasy”, dove la realtà può essere tranquillamente ignorata se non addirittura manipolata.
Quello che gli italiani hanno saputo di questa chiacchierata a Palazzo Chigi sono solo i titoloni apparsi sulla stampa nazionale ansiosa di attribuire al Governo l’ennesimo “successo”, l’ulteriore “bonus” del munifico Premier.
Se avete tempo e voglia di leggervi il testo sottoscritto, potete rendervi conto di quanto siano lontane dalla realtà le “notizie” apparse in questi giorni.

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Quattro amici al bar avrebbero fatto di meglio ma, soprattutto, avrebbero prodotto più o meno le stesse “conseguenze” – cioè zero!- per il dipendenti pubblici; lo strombazzato rinnovo del CCNL degli “statali”, infatti, è una balla o, meglio, una promessa tra le tante che il Governo Renzi ha diffuso a piene mani in vista del voto di domani sulla riforma della Costituzione.
Dopo sette anni di blocco e una clamorosa sentenza della Corte Costituzionale che ha costretto il Governo a rimettere in discussione il blocco della contrattazione, l’accordo raggiunto a Palazzo Chigi tra la ministra Madia ed i Segretari di CGIL, CISL e UIL non affronta nessuna delle questioni che realmente stanno a cuore alle lavoratrici ed ai lavoratori limitandosi a “sparare” una somma, 85 euro, che non significa nulla e che non trova alcun riscontro nel bilancio dello Stato.
Siamo, insomma, in pieno genere “Fantasy”, dove la realtà può essere tranquillamente ignorata se non addirittura manipolata.
Quello che gli italiani hanno saputo di questa chiacchierata a Palazzo Chigi sono solo i titoloni apparsi sulla stampa nazionale ansiosa di attribuire al Governo l’ennesimo “successo”, l’ulteriore “bonus” del munifico Premier.
Se avete tempo e voglia di leggervi il testo sottoscritto, potete rendervi conto di quanto siano lontane dalla realtà le “notizie” apparse in questi giorni.

“Ciò che è stato siglato alla Funzione Pubblica, non è un rinnovo contrattuale, ma un preaccordo con una parte delle sigle sindacali che parteciperanno poi al tavolo della vera contrattazione all’Aran”.
E’ il segretario confederale dell’Ugl, Augusto Ghinelli, ad affermarlo, spiegando che “i rinnovi contrattuali possono avere luogo e valenza unicamente dopo la stesura e l’approvazione, da parte di tutte le organizzazioni sindacali rappresentative, del Nuovo Testo Unico per la Pubblica amministrazione, il quale, da quanto riferito dal ministro Madia, sarà presentato solo entro febbraio 2017”.
“Gli 85 euro, oggetto dell’intesa, non riescono neppure – sottolinea – a recuperare metà dei circa 240 euro mensili persi nelle buste paga, nei trascorsi sette anni di mancato rinnovo”. “Non c’è nulla di cui andare fieri perché, calcoli alla mano, -indica Ghinelli- i dipendenti pubblici riceveranno in media 85 euro lordi di aumento, che, tolte le tasse e la vacanza contrattuale, si ridurranno a 50 euro in busta paga. Oltre a non essere chiaro che fine farà l’attuale bonus degli 80 euro a favore dei redditi più bassi e inoltre, l’aumento medio sarà unicamente corrisposto in base alla ‘presenza in ufficio e ai risultati'”.
“Quanto ottenuto dal ministro della Funzione Pubblica – conclude il sindacalista dell’Ugl- è davvero ben poco dopo sette anni di attesa, sarà probabilmente utile al Governo a racimolare qualche consenso in più nel referendum del 4 dicembre, ma solo tra i lavoratori pubblici’ ‘meno informati'”.

“Ciò che è stato siglato alla Funzione Pubblica, non è un rinnovo contrattuale, ma un preaccordo con una parte delle sigle sindacali che parteciperanno poi al tavolo della vera contrattazione all’Aran”.
E’ il segretario confederale dell’Ugl, Augusto Ghinelli, ad affermarlo, spiegando che “i rinnovi contrattuali possono avere luogo e valenza unicamente dopo la stesura e l’approvazione, da parte di tutte le organizzazioni sindacali rappresentative, del Nuovo Testo Unico per la Pubblica amministrazione, il quale, da quanto riferito dal ministro Madia, sarà presentato solo entro febbraio 2017”.
“Gli 85 euro, oggetto dell’intesa, non riescono neppure – sottolinea – a recuperare metà dei circa 240 euro mensili persi nelle buste paga, nei trascorsi sette anni di mancato rinnovo”. “Non c’è nulla di cui andare fieri perché, calcoli alla mano, -indica Ghinelli- i dipendenti pubblici riceveranno in media 85 euro lordi di aumento, che, tolte le tasse e la vacanza contrattuale, si ridurranno a 50 euro in busta paga. Oltre a non essere chiaro che fine farà l’attuale bonus degli 80 euro a favore dei redditi più bassi e inoltre, l’aumento medio sarà unicamente corrisposto in base alla ‘presenza in ufficio e ai risultati'”.
“Quanto ottenuto dal ministro della Funzione Pubblica – conclude il sindacalista dell’Ugl- è davvero ben poco dopo sette anni di attesa, sarà probabilmente utile al Governo a racimolare qualche consenso in più nel referendum del 4 dicembre, ma solo tra i lavoratori pubblici’ ‘meno informati'”.