Francesco Paolo Capone, segretario generale Ugl

Francesco Paolo Capone, segretario generale Ugl

“Immagine Censis molto scoraggiante, l’Italia è un Paese che si muove poco e per inerzia. Quadro molto distante dalla narrazione renziana”
“L’immagine, molto scoraggiante, dell’Italia scattata dal Censis è quella di un Paese che si muove poco e per inerzia, sfruttando l’onda lunga delle eccellenze, che si rivolgono soprattutto ai mercati internazionali, e implicitamente alla capacità delle famiglie italiane di risparmiare per difendersi come possono dal progressivo sgretolamento del ceto medio”.
È questo il commento di Paolo Capone Segretario Generale Ugl in merito al Rapporto 2016 sulla Situazione Sociale del Paese diffuso oggi dal Censis. “Famiglie che – rimarca il sindacalista – stanno via via lasciando il passo a quelle monoparentali, ai single, al calo delle coppie sposate e delle nascite, rischiando così di mettere a rischio quella che ad oggi è stata l’unica rete sociale e solidale a funzionare contro la crisi”.
“Il quadro – aggiunge – è molto distante dalla narrazione proposta dal Presidente del Consiglio, soprattutto per quel che riguarda la condizione economica dei giovani e la crescita dell’occupazione, spinta dai mini lavori precari, sottopagati, che, spesso, non necessitano di particolari competenze. Si spiega con l’assenza di investimenti nell’innovazione la sostanziale stagnazione della produttività. Le cause di tale situazione, tuttavia, non vanno ascritte solo al governo Renzi, ma anche a quella parte di sistema produttivo che non ha saputo innovare e investire sulla ricerca e sul futuro”.
“Di positivo, – sottolinea – vi è sicuramente l’accresciuta sensibilità solidale che, per essere davvero tale, deve essere realizzata in comportamenti ed atti più concreti, non limitandosi quindi soltanto al meccanico gesto di inviare un sms, che pure da ultimo ha permesso di dare un primo ristoro alle popolazioni colpite dal terremoto”.
“Ciò che serve – conclude Capone – è ridurre la distanza fra popolo ed elite e ciò è possibile soltanto rilegittimando il ruolo dei corpi intermedi”.