di Daniele Milani

Non avevamo dubbi che la Ministra Marianna Madia non fosse in grado neanche di abbozzare un disegno di legge che potesse in qualche modo somigliare ad una compiuta riforma della pubblica amministrazione.

Al di là di una bellezza botticelliana (a proposito, avete notato la impressionante rassomiglianza con la modella che ispirò il celebre dipinto del maestro fiorentino raffigurante la primavera) e della sua relazione passata con il figlio dell’ex presidente Napolitano non risulta che la ragazza potesse annoverare, all’atto della sua nomina a Ministro della Repubblica particolari significativi nel suo curriculum. Risulta altresì che nel momento in cui le è stata comunicata la nomina stesse assistendo, con la figlia, ad un cartone animato della serie di Peppa Pig.

A seguito però della bocciatura della legge di riforma che porta il suo nome da parte della Consulta, solitamente molto accondiscendente con le azioni, diciamo così, legislative del governo, una domanda sorge spontanea: “ E’ mai possibile che nello staff, che pure esisterà, della bella Marianna, non si possa annoverare qualcuno in grado di scriver una legge al limite della decenza, appunto, costituzionale?

I casi sono due: o, veramente è stata scritta di suo intero pugno, cosa della quale fortemente dubitiamo, non essendo evidentemente in grado di scrivere alcunché, oppure si è circondata o è stata circondata da consulenti ministeriali l’azione dei quali definire approssimativa è un eufemismo dolce come una sera di maggio.

A fronte dell’operato di siffatto personaggio ci tornano alla mente due circostanze temporalmente e politicamente non solo inattuali ma addirittura scorrette.

La prima riguarda i predecessori politici della sig.ra Madia. Con deplorevole nostalgia non possiamo dimenticare che il  suo predecessore, durante il ventennio fascista, fu un signore che si chiamava Alessandro Beneduce, tanto per capirci, quello che creò l’IRI, nell’ambito di una riforma dello Stato, che allora ci fu da tutti invidiata e che ancora oggi, per quello che ne è rimasto, rende possibile il funzionamento del nostro paese. Il paragone è sconfortante. Il secondo è più personale. Marianna Madia non è nata sotto un cavolo. Ella discende da una famiglia di giuristi e avvocati di chiarissima fama. Tra tutti ci pregiamo di ricordare Giovanni Battista Madia, bisnonno della Ministra. Lo ricordiamo per la sua sapienza, e per il suo modo di onorare la professione che esercitava con tanta passione e onestà deontologica; ma soprattutto lo ricordiamo perché negli anni settanta, durante i quali una parte politica vedeva aprirsi sotto i piedi le porte dell’inferno, l’insigne avvocato fu l’unico ad accettare di assumere, sia detto per inciso, gratuitamente, la difesa degli imputati nel processo intentato contro Ordine Nuovo. Altro che Peppa Pig e Botticelli. Questa è nostalgia canaglia.