I lavoratori della Sgs –  (gruppo Gedis) che svolge servizi di pulizia in subappalto all’interno dell’Ati Cascina Global Service –  stanno manifestando da oltre dieci giorni davanti all’Ospedale San Camillo. In questo momento, mentre scriviamo, i 21 operatori adibiti alla pulizia dei reparti e alla sanificazione delle sale operatorie del nosocomio sono in protesta proprio sul tetto e, da lì, giurano di non scendere finché non avranno la risposta che più di ogni altra cosa al mondo, in questo momento desiderano: ritornare al loro posto di lavoro, poter continuare a portare uno stipendio a casa, trascorrere un Natale sereno.

Le bandiere dei sindacati, prima fra tutte quella della Ugl, è su quel tetto proprio per dimostrare che, in questa battaglia, quei lavoratori non sono da soli. Pretendono risposte dalla Regione Lazio, dai vertici dell’azienda e, sopratutto dalla ditta appaltatrice. Ma, fino ad oggi, nessuno ha dato un segnale concreto, una speranza a questa gente. Eppure l’Ugl Igiene Ambientale in sinergia con Luca Malcotti, segretario nazionale dell’Ugl Terziario, aveva più volte sollecitato il Presidente Nicola Zingaretti affinchè si facesse carico di questa delicata situazione.

Per Mauro Piconi, segretario dell’Ugl Igiene Ambientale Roma Lazio, è giunto il momento “che la Regione Lazio prenda in mano il ‘timone’ è guidi assolutamente quei lavoratori fuori dalla tempesta dei licenziamenti. Licenziamenti che possono essere evitati perché la ditta ha a disposizione un monte di ore (circa 1300 ore) da poter distribuire tra le unità di lavoro e, tra l’altro, ci sarebbe anche la possibilità di spostare, in altri due ospedali, una parte di questo personale messo alla porta. Insomma potrebbe esserci un’alternativa rispetto ai licenziamenti e, dobbiamo assolutamente sfruttarla”.

La motivazione dei licenziamenti è la riduzione delle aree da pulire in quanto l’ospedale Forlanini (facente parte dell’appalto) è stato chiuso. A inviare le lettere di licenziamento la società Sgs affidataria del servizio tramite la soc Gedis. Questa azienda a sua volta ha avuto in subappalto dalla Rti Cascina e Markas il 20% delle lavorazioni dell’appalto che le stesse si sono aggiudicate. I lavoratori licenziati supportati dai loro colleghi che per solidarietà si sono uniti a loro, da oltre dieci giorni sono sul tetto dell’Ospedale giorno e notte decisi a non scendere e a mettere in atto iniziative ancora più eclatanti finché non sarà trovata una soluzione.

L’unica soluzione – ci spiega Mauro Piconi, segretario Ugl Igiene Ambientale Roma Lazio – non può che essere la riassunzione in servizio. È paradossale, infatti, che mentre 21 famiglie sono di fatto in mezzo alla strada a causa del licenziamento, la società Cascina richieda centinaia di ore straordinarie giornaliere ai propri dipendenti ed utilizzi circa 3000 ore mensili di lavoro interinale. E’ inammissibile che gli appalti della nostra Regione siano affidati ad aziende che invece di mantenere l’occupazione la distrugg0no. Resteremo vigili sulla vertenza – conclude Piconi – fino a quando non avremo risposte immediate e, sopratutto, risolutive

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