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Il dibattito sempre più acceso sulle sorti della “riforma” della Costituzione ha ulteriormente declassato nell’agenda politica (in quella del Governo non è mai comparsa) la “questione meridionale” ma la realtà – e una ricerca di Italia Oggi e La Sapienza – si fa carico di riportarla alla ribalta in tutta la sua drammatica attualità.
L’analisi dei dati fornisce un quadro desolante della situazione in cui sono costretti a vivere milioni di italiani residenti nelle regioni meridionali mentre si affaccia un altro elemento di crisi: le grandi città metropolitane che, a partire dalla Capitale, risultano sempre meno vivibili.

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Si tratta, a ben vedere, della clamorosa conferma di quanto stiamo denunciando da un anno e mezzo attraverso la mobilitazione del nostro Sindacato per il Mezzogiorno (SudAct): un’iniziativa che si fa carico anche di proporre idee e progetti per colmare un gap sempre più profondo tra nord e sud del Paese.
Quella che per Matteo Renzi è solo una “narrazione” sbagliata e che per altri è semplicemente un luogo comune, resta, invece, una intollerabile divaricazione che alimenta l’emigrazione dei cervelli e delle giovani generazioni in cerca di una vita migliore al nord o addirittura fuori dall’Italia.
Interrompere questa deriva che la riforma della Costituzione proposta dal governo rischia di aggravare con l’involuzione accentratrice dell’articolo 117 e non solo, è la priorità per tutte le persone che vogliono bene a questo Paese.

Focus classifica Italia Oggi – Università La Sapienza

Mantova, supera Trento e ai aggiudica ‘la corona’ di capitale d’Italia per qualità della vita.

Secondo la classifica stilata da ItaliaOggiUniversità La Sapienza è, infatti, la provincia in cui si vive meglio.

Fanalino di coda Crotone, che è costretta ad ‘indossare’ la maglia nera come città italiana in cui si vive peggio. Anche Roma non brilla e precipita per la prima volta tra le province con qualità della vita insufficiente, in caduta inarrestabile verso l’88 posto, perdendo 19 posizioni (31 in confronto al 2014).

Crotone maglia nera – Crotone ultima, sebbene, rispetto alle altre province meridionali, presenti elementi di discontinuità. Qui, infatti, il tenore di vita è accettabile. E la provincia è addirittura ricompresa nel gruppo delle più virtuose nelle dimensioni criminalità e popolazione. Responsabili, quindi, della maglia nera sono affari e lavoro, ambiente, disagio sociale e personale, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero. La precede Siracusa (era al 104 posto).

Flop delle grandi città – Deludono le grandi aree urbani, che perdono tutte posizioni rispetto allo scorso anno, eccetto Torino. Il capoluogo piemontese sale di 6 posti rispetto al 2015, attestandosi 70esima. Mentre Milano e Napoli perdono rispettivamente 7 e 5 posizioni, scivolando rispettivamente al 56esimo e al 108esimo posto. Ma la peggiore tra le grandimetropoli è la Capitale. Roma perde 19 posizioni rispetto al 2015 portandosi all’88esimo posto, cioè su livelli di qualità della vita insufficienti.

Nord e Sud –  Fra le 54 province in cui la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente, 6 sono dislocate nel nord ovest, 2 sono ricomprese nel nord est, 7 in Italia centrale e 39 su 41 in Italia meridionale e insulare. L’elemento di novità è che nel gruppo 4, dove la qualità della vita è classificata come insufficiente, accanto alle province del Mezzogiorno, compare per la prima volta la provincia di Roma.

Le virtuose – Nel complesso nel 2016 sono aumentate le province nelle quali la qualità della vita è risultata buona o accettabile: sono passate da 53 a 56 su 110. Un dato che però va tradotto in termini di popolazione: significa che il 53,9% della popolazione italiana vive in territori dove la qualità della vita è scarsa o insufficiente (contro il 56,6% dello scorso anno), pari a 32 milioni 732 mila residenti (erano 34 milioni 420 mila nel 2015)  – fonte Quotidiano.net