Fate presto“. Era il 1980 quando la prima pagina de Il Mattino portava il peso di questa imponente scritta, una richiesta d’aiuto (un grido di paura trasformato che fece eco attraverso l’inchiostro) per le zone terremotate dell’Irpinia (quel terribile sisma che inghiottì interi paesi e distrusse oltre 3mila vite). Era il 23 novembre di 36 anni fa. Oggi quella stessa richiesta d’aiuto, per l’incubo alluvione, risuona forte in Piemonte.

Fate presto o il fiume si porta via la mia casa” (reportage La Stampa). E’, infatti, ancora indelebile il ricordo dei giorni 5 e 6 novembre 1994, quando le province di Cuneo, Asti e Alessandria furono pesantemente colpite dai danni causati dalle esondazioni dei fiumi Po, Tanaro e di numerosi affluenti, tra cui i torrenti Borbore e Belbo. Nel corso dei due giorni, l’acqua dei fiumi sommerse i centri cittadini, provocando 70 vittime e 2.226 sfollati.

E oggi, la situazione non è assolutamente migliore rispetto a 22 anni fa: piove incessantemente da tre lunghi giorni. Il Cuneese, dove è esondato il Tanaro, resta la zona più colpita. Fa paura il Po che ha superato di oltre un metro il livello di pericolo ed è uscito dagli argini a Torino, nella zona dei Murazzi, nel centro cittadino.  Un uomo di 70 anni risulta disperso a Perosa Argentina  poco più di 3 mila abitanti in Val Chisone. Il disperso, che i vigili del fuoco stanno ancora cercando in Val Pellice, è un settantenne che insieme al figlio stava cercando di recuperare i propri cavalli nei pressi del Rio Albona, quando l’argine è franato e lo ha trasportato via. Il figlio è incolume. L’allerta rossa si estende dal Piemonte alla Liguria dove i governatori Chiamparino e Toti si sono detti pronti a chiedere lo stato di emergenza.

Allagamenti si registrano nell’Astigiano. Nell’Alessandrino sono attese in mattinata le piene di Tanaro e Bormida. Lo stabilimento Ferrero ad Alba ha chiuso da ieri sera la produzione per precauzione. Ed è stata una notte di apprensione anche in Liguria, con l’entroterra di Imperia in ginocchio. Alle 12 arriva il capo della Protezione Civile Curcio.

L’alluvione del 1994

Il ricordo dell’alluvione di 22 anni fa, che causò una settantina di morti e danni per oltre 20 mila miliardi delle vecchie lire, è rimasto indelebile da queste parti. Ed ora che i fiumi tornano a far paura, gonfiati dalle incessanti piogge dell’allerta rossa, è inevitabile tornare a quei drammatici giorni.

“Abbiamo paura, si sta rasentando la situazione del ’94” (clicca qui per vedere Facebook live, girato a Garessio da Mattia Andreis: mostra il fiume Tanaro che entra in città, esondato a causa delle gravi piogge che stanno colpendo il Piemonte e la Liguria https://www.facebook.com/matti.andreis?fref=ts)  è l’allarme di Sergio Di Steffano, sindaco di Garessio, tra i comuni della provincia di Cuneo più colpiti da questa violenta ondata di maltempo.

“Abbiamo chiuso tutti i ponti, le fabbriche e le scuole – racconta al telefono con la voce affannata -. I bar e i negozi del centro sono allagati”.

L’acqua invade strade e case, i fiumi che scavalcano i ponti, abbattono gli alberi e si mangiano pezzi di asfalto. Oggi come allora, l’aria umida del mare ancora caldo che aumenta il carico di pioggia. “Sembra di essere tornati ai giorni dell’alluvione del ’94, abbiamo paur” conferma Alfredo Vizio, primo cittadino di Ceva, altro centro della valle Tanaro flagellata dalle piogge.

“La situazione è grave – dice -. Abbiamo chiuso tutti i ponti, temiamo di restare isolati”. “I danni sono tutti da verificare – sottolinea il primo cittadino – adesso mi interessa soltanto l’incolumià delle persone: sarà una notte senza fine”.

Dodici ore, o forse qualcosa di più, “di tribolazione per gestire una emergenza che puo’ soltanto aumentare, soprattutto se dovesse mancare la luce”. La corrente elettrica va e viene, dando al paese un aspetto spettrale. Dal ’94, tuttavia, la prevenzione ha fatto grandi passi avanti in Piemonte e la macchina della Protezione Civile e’ una delle meglio organizzate in Italia. “Questa volta le precipitazioni sono state più intense di allora, ma di fatto la situazione e’ stata migliore grazie agli interventi fatti nel frattempo”, sostiene il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. “In valle Tanaro ci sono persone evacuate, negozi, opifici e campi allagati. I danni sono gia’ evidenti, la situazione e’ assai critica. Ma quella tragedia – sottolinea evidenziando le differenze tra oggi e 22 anni fa – ci ha insegnato: il letto del fiume e’ piu’ pulito, non ci sono piu’ materiali e non si e’ verificato l’effetto diga sui ponti che, almeno per ora, hanno tenuto; sono state create aree di esondazione”. Situazione difficile nel Ponente ligure E’ emergenza maltempo nel Ponente della Liguria, soprattutto nell’Imperiese e nel Savonese, dove ha diluviato per molte ore, facendo esondare vari fiumi e costringendo un centinaio di persone a lasciare le proprie case per motivi precauzionali. Varie le frazioni isolate e difficolta’ per la viabilita’ e per i trasporti ferroviari soprattutto in direzione del Piemonte, investito da un’ondata di maltempo ancora piu’ imponente di quella ligure. La permanenza della perturbazione sul territorio ligure ha indotto la protezione civile regionale a prorogare l’allerta rossa a Ponente fino alle 12. In quella zona le scuole resteranno chiuse. Malgrado le piogge intense e i venti forti – per il governatore ligure Giovanni Toti si tratta della perturbazione peggiore degli ultimi dodici anni – non si sono registrate vittime dirette. Un pescatore e’ stato dato per disperso dopo essere caduto in acqua a Lavagna mentre pescava sugli scogli alla foce dell’Entella e uno studente di 16 anni e’ morto a Spezia in un incidente stradale avvenuto sotto la pioggia.

Sorvegliati speciali per tutta la giornata sono stati il Bormida, il Neva, il Centa, il Varatella e il Maremola nel Savonese. Il Bormida ha fatto crollare il ponte delle Fucine in localita’ Pallareto a Murialdo, lasciando isolate 40 famiglie nelle frazioni di Borgate Conradi e Pallareto. Il fiume Neva ha inghiottito un ponte a Cisano. Borghetto Santo spirito e’ stata allagata dalle acque del Varatella. Il Bormida ha allagato anche Cairo Montenotte. Invasi dall’acqua case fondi e negozi a Dego, Carcare, Calizzano e Cengio. Il Maremola ha allagato Pietra Ligure travolgendo dieci auto parcheggiate (fonte Rainews)