di Francesco Paolo Capone – Segretario Generale Ugl

L’esperienza di questi mesi, in particolare il post Brexit e i giorni successivi all’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America, insegna una cosa: il clima da tregenda, da fine del mondo, non aiuta.

Il 5 dicembre, quale che sia il risultato del referendum, le migliaia di piccole e medie imprese continueranno ad aprire i loro stabilimenti, gli uffici, le botteghe, pronte accogliere milioni di lavoratori e di lavoratrici nella speranza, più che nella certezza, di riuscire ad andare avanti, nonostante il peso delle tasse, la concorrenza sleale e la quasi totale assenza di misure veramente efficaci da parte del governo per la parte viva del nostro tessuto produttivo.

Leggiamo le dichiarazioni del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, secondo il quale la vittoria del NO significherebbe lo stop agli investimenti e la ripresa dello spread. Noi ci permettiamo di dissentire, non perché escludiamo che ciò possa accadere, ma perché, proprio per seguire gli andamenti speculativi dei mercati, si è finito per perdere di vista ciò che pensa la gente normale, gli operai delle fabbriche a rischio chiusura, gli impiegati, gli artigiani, i tanti che si barcamenano nelle tante difficoltà quotidiane.

Se, come auspichiamo, gli italiani voteranno NO al referendum costituzionale, – a tal proposito, l’Ugl supporta le attività del Comitato Lavoratori per il NO che in queste settimane sta girando il Paese per presentare le ragioni di una scelta di campo tanto netta – l’unico effetto certo sarà quello di riportare il confronto fuori e dentro il Parlamento su binari di maggiore responsabilità e condivisione. Non si tratta di stare dalla parte o contro il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, perché sui titoli, ad iniziare dalla necessità di superare il bicameralismo, è da tempo che si è tutti d’accordo. Si tratta, invece, di mettere a punto una serie di azioni condivise per ridare efficienza alla macchina amministrativa, per ridurre il contenzioso istituzionale, per migliorare la qualità della spesa pubblica, per valorizzare il patrimonio sociale e culturale del nostro Paese. E ciò potrà avvenire soltanto con la vittoria del NO al referendum costituzionale e non con un riformismo di facciata a colpi realizzato a colpi di maggioranza.

 

Francesco Paolo Capone

Segretario Generale Ugl