Volkswagen punta a una grandissima riduzione della forza lavoro, con cifre – in attesa di ufficializzazione – che arrivano a riguardare 30mila persone, su un organico di oltre 610mila dipendenti (poco meno del 5%).

Spera-TG3Si dovrebbe trattare – almeno da quanto diffuso dalle agenzie stampa –  di uscite “morbide”, realizzate anche attraverso pensionamenti  anticipati, mentre 9mila persone saranno coinvolte nei progetti elettrici: è anche questo il simbolo della transizione avviata dal colosso tedesco, tramortito nei mesi scorsi dallo scandalo Dieselgate.

Il Patto per il Futuro, così è stato battezzato il piano presentato a Wolfsburg alla presenza dei vertici del gruppo. Gli obiettivi di risparmio riguardano per 3 miliardi gli stabilimenti tedeschi e per 700 milioni quelli nel resto del mondo.

“Di questo patto per il futuro qualche punto d’ombra resta: a quanto dichiarato dai vertici Volkswagen fino al 2025 non si procederà con licenziamenti, ma intanto il taglio è diretto su 30mila lavoratori”.

Queste le parole di Antonio Spera, segretario generale dell’Ugl, commentando la notizia relativa al Patto per il Futuro sottoscritto tra sindacati e gruppo.

Per quanto riguarda il nostro Paese, Fiat – precisa Spera – sta puntando alla crescita in modo diverso: anzitutto procedendo con le assunzioni (vedi Melfi, Termoli, Verrone e Sevel Val di Sangro). In pratica il gruppo continua a crescere con le vendite e, gli stabilimenti italiani – rispetto a qualche anno fa – hanno ripreso a correre. Nei prossimi mesi, infatti, sia Cassino che Mirafiori avranno un aumento di produzione per i nuovi modelli Maserati Levante, Alfa Giulia ed Alfa Romeo Stelvio”.

Andiamo, però, a scavare nei particolari dell’accordo del Colosso tedesco

Il provvedimento è l’inevitabile conseguenza della vicenda delle emissioni dei diesel (meglio noto come lo scandalo Dieselgate), i cui costi hanno costretto la Volkswagen a una profonda revisione delle spese e dei piani industriali. Dei 30.000 tagli annunciati, 23.000 saranno in Germania. Il piano è destinato ad aumentare la produttività del 25% negli stabilimenti tedeschi ed esclude licenziamenti forzati. I risparmi ottenuti con i tagli al personale sono finalizzati anche al progetto di elettrificazione, prossimo grande obiettivo del gruppo, oltre che allo sviluppo della guida autonoma. La Volkswagen, infatti, ha comunicato che investirà 3,5 miliardi al 2020 in auto elettriche e in nuove tecnologie. L’obiettivo è aumentare il margine operativo del marchio al 4% entro il 2020, dal 2% atteso per quest’anno. Grazie all’auto elettrica, il gruppo prevede anche di creare 9.000 posti di lavoro negli impianti di Wolfsburg e Zwickau (fonte quattroruote.it).

Ristrutturazione inevitabile

 Presentando il Piano sul futuro, frutto dell’accordo con i sindacati sui tagli del personale, Herbert Diess, numero uno del marchio, ha spiegato che “i tagli sono inevitabili perché, pur producendo ottime macchine, non guadagniamo abbastanza. Serve ristrutturare in modo radicale la Volkswagen e fare in modo che sia pronta al grande cambiamento che affronterà il settore dell’auto“. L’amministratore delegato del gruppo, Matthias Müller, ha sottolineato come l’accordo di riduzione dei costi concordato con i sindacati renderà il marchio principale del gruppo più competitivo e produttivo. “Il marchio Volkswagen ha bisogno di un vero e proprio scossone e questo è esattamente il proposito del Patto per il futuro. È il più grande programma di riforma della storia della Volkswagen, che renderà l’azienda più efficiente, produttiva e competitiva”. “Il patto concluso con il sindacato”, ha concluso Müller, “permetterà di accelerare su elettromobilità, digitalizzazione e connettività”. ”

Prepensionamento progressivo

“Con il patto per il futuro è stata evitata una ristrutturazione incontrollata della Volkswagen”, ha aggiunto il capo del consiglio di fabbrica Bernd Osterloh, aggiungendo che la salvaguardia del lavoro a lungo termine può essere assicurata solo con una solida base dell’azienda. La Volkswagen è in una situazione difficile”, ha ammesso, sottolineando l’importanza dei meccanismi sociali come il prepensionamento progressivo. “La svolta verso l’elettromobilità permetterà di sviluppare negli stabilimenti tedeschi le auto elettriche», ha concluso Osterloh, dicendosi certo che la scelta per l’elettromobilità garantirà nuovi posti di lavoro e che il marchio sarà protagonista delle trasformazioni che stanno investendo il mondo dell’auto.