Il 10 ottobre scorso è avvenuta la presentazione del Comitato e i motivi che hanno spinto cittadini e lavoratori ad unire le forze per opporsi ad un referendum che ‘toglie solo spazi di democrazia e indebolisce la nostra Costituzione Italiana”. Il 21 ottobre parte da Avellino la mobilitazione del Comitato che proseguirà in diverse piazze d’Italia fino al due dicembre con chiusura su Roma. A sostenere l’impegno dei lavoratori per il No al referendum, l’Ugl e l’on. Polverini e l’on. Brunetta per Forza Italia. Da oggi sarà attivo il sito www.lavoratoriperilno.it, con collegamenti a facebook e twitter.

conferenza

Ciro Marino, operaio della Fca di Mirafiori, Francesco Capasso, dipendente della Snam rete gas di Caserta e Fabio Ceccalupo, lavoratore in mobilità di Alitalia Maintenance Systems, sono tre dei componenti del Comitato dei lavoratori per il No. Comitato – ufficializzato questa mattina nella sala stampa di Montecitorio – e composto da cittadini e lavoratori scesi in campo per la tutela della Costituzione e di quei principi di democrazia messi a dura prova dal referendum tanto voluto dal Governo Renzi.
“La Costituzione italiana – spiegano in sala stampa i lavoratori – non può essere utilizzata come il menù di un ristorante, scegliendo solo ciò che possa far comodo: rappresenta un corpo unico, o si applica tutta o non si applica affatto. Per questo motivo dal 21 ottobre siamo pronti a scendere in piazza e esprimere tutto il nostro dissenso nei confronti di questo referendum”.
Infatti il prossimo 21 ottobre partirà da Avellino – e si estenderà in 26 piazze d’Italia – la mobilitazione del Comitato che chiuderà il 2 dicembre su Roma.
Pieno sostegno al Comitato da Francesco Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, da Stefano Cetica, Presidente dell’Enas Ugl, dall’On Renata Polverini Vice presidente della commissione Lavoro del Senato e da Renato Brunetta capogruppo FI alla Camera. Tutti presenti alla conferenza stampa di questa mattina.
Valentina Iori, Presidente del Comitato, ha spiegato i ‘sei motivi’ per il no lanciando un appello per il mantenimento del Cnel quale “camera di confronto” da sostituirsi al Senato affinché “le organizzazioni e i corpi intermedi” abbiano un luogo “per il dialogo costruttivo e partecipato di ogni decisione governativa” che “coinvolga le classi produttive del Paese”.
Inoltre mettendo mano alla Costituzione (così come pensato dal Premier Renzi) si indeboliscono gli strumenti di democrazia diretta, come i referendum e le proposte di legge di iniziativa popolare; si assegna allo Stato, attraverso il principio della ‘supremazia’ della legge nazionale su quella regionale, il diritto di legiferare indipendentemente dalla volonta’ dei territori; lo Stato assorbe le competenze del turismo, dell’energia, dell’ambiente e lascia alle Regioni i guasti della sanità; si usa un linguaggio incomprensibile rispetto alla pulizia lessicale del precedente testo e volutamente ambiguo.
Per la Iori, voce del Comitato, “prima di cambiare 47 articoli della Costituzione occorre applicare quelli esistenti a partire dal diritto al lavoro, alla salute, alla retribuzione equa e dignitosa; perché con la falsa motivazione di diminuire i costi della politica riduce a mero organo consultivo il Senato della Repubblica”.
Ad appoggiare l’impegno del Comitato dei lavoratori il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, che intervenuto alla conferenza stampa ha ribadito la piena adesione del sindacato al ‘Comitato Lavoratori per il No’ . Una iniziativa importante che ha il sostegno sia del Consiglio Nazionale, gia’ espressosi negativamente sulla riforma Boschi-Renzi, e della segreteria confederale dell’Ugl”.
“Metteremo a diposizione del ‘Comitato Lavoratori per il No’ – ha precisato – le nostre strutture territoriali per sostenere la campagna che tocchera’ le piu’ importanti piazze d’Italia, dal 21 ottobre al 2 dicembre. E’ necessario sensibilizzare l’opinione pubblica e in particolare il mondo del lavoro su elementi molto gravi contenuti nella riforma della Costituzione: con la cancellazione del Cnel, da una parte, e del Senato, dall’altra, si intende ridurre spazi fondamentali di confronto tra impresa e lavoro, proprio in un momento in cui il dialogo tra aziende e sindacati sta assumendo forme piu’ partecipative che concertative, e di democrazia, perche’ non si abolisce il Senato, ma si abolisce la facolta’ dei cittadini di eleggerlo. I risparmi di queste due istituzioni fondamentali per la Repubblica, considerato che all’articolo 1 si definisce il nostro Paese una democrazia fondata sul lavoro, sono assolutamente irrisori e non compensano cio’ che viene sottratto ai cittadini. Non possiamo accettare – conclude Capone – il continuo assalto del governo guidato da Matteo Renzi alle prerogative, ai diritti e alla democrazia nel mondo del lavoro e della nostra nazione”.
Anche l’on. Polverini scende in campo al fianco dei lavoratori “Votare si alla riforma costituzionale porterà il Paese ad affrontare un ulteriore scontro permanente, come ad esempio sul tema delle grandi opere. Questo a causa dell’articolazione del nuovo Senato, composto da personalita provenienti dalle Regioni e dai Comuni”.
“Il logo del Comitato Lavoratori per il ‘NO’ parla chiaro – ha concluso – una faccia che sorride, perche’ i componenti di questo gruppo sono tutti lavoratori contenti di affrontare questa battaglia, a maggior ragione dopo le recenti riforme di questo governo”
Brunetta ha poi aggiunto: “Renzi sta verticalizzando la campagna referendaria. E’ lui da solo sui media e sui giornaloni a lui asserviti. Se lui suona le sue trombe noi dobbiamo suonare le nostre campane. Lui mette a disposizione del Si’ Palazzo Chigi, il Pd, i poteri marci, la finanza; noi abbiamo il territorio, i lavoratori. Ma con tutti i problemi che ha l’Italia c’era bisogno di dividere il Paese su una riforma che serve solo a legittimare il suo potere politico? La riforma di un terzo della Costituzione dovrebbe unire il Paese e non dividerlo. Il paradosso e’ poi che questa riforma costituzionale, promossa dal leader del Pd, spacchi a meta’ il suo stesso partito”.