di Marco Colonna

 

C’è grande attesa per il concorso cancellieri che prevede l’ assunzione tramite selezione pubblica di mille persone con contratto a tempo indeterminato in tutta Italia.  Il bando verrà pubblicato entro il prossimo 21 novembre sul sito web del Ministero della Giustizia dove saranno fornite tutte le informazioni utili per partecipare. Ma un dato già è sicuro: ottocento assunzioni avverranno tramite selezione pubblica e duecento tramite lo scorrimento delle graduatorie in corso di validità. Lo stipendio si aggira intorno ai 1.516,47 lordi al mese.

Il titolo di studio richiesto è il diploma di secondo grado e non dovrebbe essere previsto un limite d’età. Le materie d’esame dovrebbero essere prevalentemente di diritto, ma è facile ipotizzare che vi siano domande di cultura generale, di diritto costituzionale e amministrativo.

L’ultimo bando risale a novembre del 2002 (allora risultarono 443 vincitori e 750 idonei) e s’è reso necessario a causa della grave mancanza di personale negli uffici giudiziari italiani. All’epoca la procedura concorsuale prevedeva due prove scritte.

I criteri e le priorità delle procedure di assunzione delle 1000 unità di personale, che entreranno in servizio con funzioni amministrative e non dirigenziali, sono contenuti nel decreto che – in forma schematica – il Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro della P.A. , ha già presentato ad alcune organizzazioni sindacali , chiamate a fornire eventuali osservazioni entro il 18 ottobre 2016. Così da consentire l’adozione del decreto entro il 20 ottobre, in modo tale che il bando possa essere emanato in Gazzetta Ufficiale entro il prossimo 21 novembre .

Ad annunciare il cronoprogramma e dettare i tempi è stato il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che però non ha sciolto tutti gli interrogativi ed anche le polemiche che in queste settimane si sono addensati nella vicenda.

Il via libera al maxiconcorso nasce dopo settimane di proteste , con il ministro Orlando a lungo diventato destinatario delle critiche mosse dal Csm, con il vice presidente Giovanni Legnini che lamentava la mancanza di personale amministrativo nei Palazzi di Giustizia: cronica carenza di personale degli uffici giudiziari , con una scopertura media del 20%. A questa perenne carenza di organico il ministero ha provato a sopperire inviando ai vertici dell’Organizzazione giudiziaria italiana le linee di intervento con le quali favorire l’inserimento di nuove risorse, reclutate “attraverso bandi di mobilità volontaria, mobilità obbligatoria e riqualificazione del personale di altri uffici”.

Ovvero? Quello che i dipendenti della Giustizia hanno definito ironicamente il fenomeno dei ‘barellieri diventati cancellieri’ , più concretamente il trasferimento negli uffici giudiziari di centinaia di persone provenienti da amministrazioni in via di smantellamento, come la Croce Rossa , che è stata privatizzata ufficialmente a febbraio 2016 , o le Province oggetto di abrogazione nel referendum costituzionale del 4 dicembre.

A concedere il via libera al trasferimento per colmare i vuoti in organico è stato il ministero della Funzione pubblica in accordo con il dicastero della Giustizia. Con il ministero della P.A. che attraverso il portale mobilità.gov.it ha pubblicato tutte le cifre sulle disponibilità rintracciate e le liste del personale da trasferire da un ente all’altro.

Una soluzione – in ambito nazionale l’operazione riguarda un migliaio di persone e già sono entrati in servizio alcune centinaia di persone nei Tribunali di mezza Italia – che ha innescato però le proteste dei cancellieri di ruolo, che lamentano l’equiparazione alle loro funzioni senza il passaggio per un concorso pubblico, e le osservazioni dei sindacati che hanno fatto presente l’assoluta mancanza di preparazione giuridica e di un adeguato percorso formativo dei nuovi arrivati (ex rianimatori, autisti, barellieri e cuochi) chiamati a redigere atti giuridici e a maneggiare faldoni giudiziari per i magistrati dopo una vita di lavoro trascorsa in ambulanza o al pronto soccorso.